Dalla Cina, dove è in visita istituzionale, la premier Giorgia Meloni ha fatto il punto su alcune delle principali questioni di politica e geopolitica internazionale.
Tra i temi trattati anche quello del Medio Oriente: “Io sono molto preoccupata per quello che sta accadendo in Libano, per il rischio di una escalation regionale, proprio mentre sembrava che ci potessero essere degli spiragli e anche questo è un elemento che va valutato. Sono in contatto con il ministro degli esteri, sono in contatto con il governo, sono in contatto con gli alleati, bisogna continuare a passare messaggi di moderazione in questa fase”. “La Cina sicuramente anche qui può essere un interlocutore molto importante – ha aggiunto – nel lavoro per la normalizzazione nei rapporti particolarmente tra Paesi Arabi e Israele” per i suoi rapporti “con Teheran, con Riad”.
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“Ogni volta che ci sembra di essere un po’ più vicini all’ipotesi di un cessate il fuoco accade qualcosa. Significa che ci sono diversi soggetti regionali che puntano a un’escalation e che puntano sempre a costringere Israele a una reazione, lo dico anche per invitare Israele a non cadere in questa trappola”, ha concluso Meloni.
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Inevitabile poi il riferimento alla ‘via della seta’. Sulla via della Seta, ha detto la presidente del Consiglio, “io capisco le difficoltà di Giuseppe Conte perché aveva promesso che con l’ingresso dell’Italia nella Via della Seta si sarebbe riequilibrata la bilancia commerciale” ma “nel 2022 quando siamo arrivati noi produceva un disavanzo per l’Italia di 41 miliardi di euro, quindi evidentemente non ha funzionato. Io ho sempre detto che non ero d’accordo con la Via della seta, che l’Italia secondo me avrebbe dovuto uscire dalla Via della seta e che questo non avrebbe compromesso i rapporti con la Cina. Non so dove stia la giravolta perché quello che ho dimostrato ancora una volta è che si possono fare le cose seriamente e con coerenza”.
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