Medicina, parla l’esperta: “Mai abusare dell’antibiotico”

    medicine-recall-21“Possiamo intendere l’antibiotico come un’arma in pectore che non deve essere usato sempre, ma solo a tempo debito e con le giuste dosi”, parola di Patricia Semeraro, specializzata in pediatria, neonatologia e puericultura. Con l’arrivo delle prime influenze, ecco alcuni consigli utili ai genitori di bimbi in tenera età

    L’antibiotico non va usato con facilità e la febbre può essere un fatto positivo. Sono questi due tra i luoghi comuni più diffusi che la dottoressa Patricia Semeraro, specializzata in pediatria, neonatologia e puericultura, sfata parlando con la nostra redazioni delle sindromi influenzali nei più piccoli. Un bambino che si influenza frequentemente, in realtà, non è meno sano degli altri. al contrario, il suo ammalarsi spesso da piccolo gli consentirà di preparare le difese immunitarie e diventare così, in futuro, un adulto sano.

    Dottoressa Semeraro, che cosa si intende con l’espressione ‘bambino catarrale’?

    Un bambino catarrale è un bambino che si sottopone a diversi episodi virali continuativi e che, inoltre, non fa in tempo a guarire da un episodio e già è coinvolto da un altro.

    Si tratta di un fenomeno diffuso?

    Non tutti i bambini lo sono, in realtà si tratta spesso di una fase passeggera nella vita del piccolo destinata a lasciare spazio a una crescita sana, nonostante gli episodi virali dell’infanzia possano a volte far temere ai genitori che non sia così.

    Quindi un soggetto che si ammala frequentemente da piccolo non sarà necessariamente un adulto poco sano?

    No, affatto. Al contrario, il bambino catarrale ha il vantaggio di costruirsi, episodio dopo episodio, proprio quell’immunità che gli servirà per il futuro. Verso i quattro anni di età questi bambini cominciano a intravedere l’orizzonte dell’immunità, iniziano a sentirsi bene e possono perfino dimenticarsi le visite frequenti dal pediatra, dove tornano in genere solo per i controlli di rito annuali o, al massimo, per i fenomeni di epidemia  e di forme influenzali talmente diffuse e incisive da far ammalare numerose persone che potrebbero, quindi, ricadere sul bambino così come sugli adulti.

    Quali sono gli errori più comuni nei quali incorrono i genitori?

    Quando si ha a che fare con un bambino catarrale non bisogna cadere nella tentazione di usare troppo spesso l’antibiotico. Ad esempio, come fanno alcuni, ogni volta che ci si trova di fronte a un raffreddore o a una febbre. Deve essere il pediatra a valutare di volta in volta se ci si trova di fronte a una complicazione o a una sovrapposizione batterica. L’antibiotico può essere sicuramente usato se ci si trova di fronte una forma catarrale molto elevata accompagnata da una febbre alta. Diciamo che possiamo intendere l’antibiotico come un’arma in pectore che non deve essere usato sempre, ma solo a tempo debito e con le giuste dosi.

    Possiamo sfatare alcuni luoghi comuni legati alla salute dei più piccoli?

    Senza dubbio molte mamme si domandano, comprensibilmente, “perché mio figlio si prende tutte queste infezioni?”. Alcuni genitori pensano quindi che il bambino possa essere più debole di altri ma non è necessariamente così. Esistono canali in cui i virus circolano più facilmente, basta saperlo, essere sereni e affidarsi alle cure del pediatra che lo conosce e lo segue da sempre.

    Quale consiglio può dare ai genitori che ci leggono?

    Consiglio una forte frequentazione del pediatra, soprattutto se quest’ultimo ha inquadrato la situazione del bambino e lo consoce bene. Le complicazioni batteriche sono sempre in agguato e farlo visitare è consigliabile. Questo non significa, però, che bisogna recarsi continuamente dal pediatra di fiducia perché sono utili anche i consigli telefonici. Se si ha un dubbio su una situazione, la si può gestire anche richiedendo un aiuto attraverso un consulto telefonico.

    Quindi non bisogna lasciarsi prendere da facili allarmismi?

    No, assolutamente. In questo periodo, tutte le forme virali sono dettate principalmente da virus parainfluenzali, ossia virus che danno sintomatologia simile a quella dell’influenza ma sono più deboli. Di conseguenza, i virus parainfluenzali sono quelli che determinano i sintomi e l’uso dell’antibiotico va limitato, riservandolo semplicemente alla gestione del pediatra. Inoltre, la stessa febbre alta può essere considerata dalla madre come un effetto positivo perché è una reazione del bambino al virus influenzale, significa che il corpo lo sta espellendo. In quest’ottica è naturalmente molto importante l’uso degli antifebbrili, obbligatorio per evitare pericoli come la convulsione o altre complicazioni.