(Adnkronos) – Le conquiste in medicina hanno prolungato l’aspettativa di vita, sconfitto una grande quantità di malattie e prodotto numerosi successi terapeutici, disegnando nuovi scenari per la cura di condizioni considerate inguaribili fino ad un recente passato. Oggi, questo approccio non è più sufficiente e non è più sostenibile. La medicina moderna deve anche – e soprattutto – garantire che l’essere umano persista in una condizione di salute e di benessere, preservando i sistemi sanitari nazionali, e possibilmente contenendo di riflesso la spesa sociosanitaria. È il messaggio lanciato da 21 esperti, professori universitari di varie facoltà di medicina italiane, che si sono confrontati – lo scorso 5 maggio – in occasione del convegno dal titolo “Medicina dei sistemi – modelli di integrazione nella prassi clinica e nuove soluzioni terapeutiche”.
Durante l’evento, realizzato all’università degli Studi di Milano con la collaborazione di Who Collaborating center for integrative medicine dell’ateneo e dell’International academy of pysiological regulating medicine (Prm) – Associazione medica indipendente promotrice della medicina centrata sulla persona e rispettosa della fisiologia umana, con il patrocinio del ministero della Salute e della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) e il sostegno non condizionante di Guna Spa, sono stati illustrati gli scenari socio-sanitari attuali e futuri che rendono necessaria la definizione di un nuovo paradigma di medicina.
“L’obiettivo – afferma Umberto Solimene, direttore del Centro collaborante per la medicina integrata dell’Oms presso l’università degli Studi di Milano – è stato quello di approfondire il valore innovativo della Medicina dei sistemi che rappresenta oggi uno dei modelli più convincenti nell’interpretazione medica di salute e di malattia. Esso è anche il positivo concreto risultato di una intensa lunga collaborazione tra strutture scientifiche istituzionali (università, aziende ospedaliere) e private (associazioni scientifiche)”.
Ad aprire i lavori, il rettore della Statale Elio Franzini – seguito dai saluti istituzionali dell’assessore al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti e del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri – che, in una lettera indirizzata a Solimene, ha sottolineato come ormai “è indubbio che la medicina personalizzata e la concezione di benessere della persona non possano prescindere da approcci integrati e multidisciplinari, in cui il concetto di salute, come cita l’Oms, sia declinato in tutte le più ampie sfaccettature. Perché la salute si compone dell’aspetto biomedico ma anche di prevenzione, wellness, stili di vita per una cura il più possibile incentrata sulle singole esigenze della persona”.
La Medicina dei sistemi – è emerso dal convegno – propone un approccio dove il malato non è più e solo paziente ‘parcellizzato’, confluenza di diverse patologie, ma uomo nella sua complessità di corpo, mente ed emozioni e soggetto informato e consapevole a cui dedicare cure personalizzate.
“Siamo passati da una iperspecializzazione – sostiene Mario Clerici, professore di Immunologia all’Università degli Studi di Milano – nella quale ogni medico si occupava di una piccolissima parte del paziente ad un respiro molto più ampio nel quale ci si rende conto che la malattia non è di apparato ma di sistema”. Da qui la necessità – è stato ribadito – di volgere l’attenzione verso l’individuo nella sua globalità per curare la malattia ma anche per sostenere il suo equilibrio e benessere psico-fisico e sociale.
L’approccio alla Medicina dei sistemi – è stato detto durante i lavori del convegno – vuole proporre una svolta anche a livello di politica sanitaria, un’occasione per un ripensamento che veda la costruzione di modelli sanitari non solo più efficienti ma anche più sostenibili economicamente. Il convegno si è poi concluso con la sottoscrizione da parte di tutti i professori partecipanti di un documento, la “Dichiarazione di Milano 2022” che, come sottolinea Alessandro Pizzoccaro, presidente di Guna (azienda farmaceutica italiana specializzata nella low dose medicine) “vuole rappresentare la pietra fondante di questa nuovo approccio, il modo in cui intendere la medicina oggi e nel futuro per una visione sociosanitaria sempre più attenta al paziente, inteso come uomo nel suo insieme”.
Tra i nuovi obiettivi della medicina, contenuti nella ‘Dichiarazione di Milano 2022’: la necessità di nuove terapie che permettano un approccio complesso al paziente, in cui gli interventi farmacologici (di sintesi o di origine biologica o naturale) e non-farmacologici e le medicine complementari possano intervenire armonicamente sull’individuo e una reale ed effettiva integrazione transdisciplinare. La Dichiarazione di Milano 2022 evidenzia come la Medicina dei sistemi solleciti una svolta anche a livello di politica sanitaria perché la visione sistemica della salute e della malattia – si legge nel documento – è ormai condivisa da una parte crescente della popolazione. Un’occasione che la politica sanitaria deve saper cogliere per favorire una reale promozione della salute centrata sulla prevenzione e per attivare un ripensamento indirizzato alla costruzione di modelli sanitari non solo più efficienti e conformi alle necessità dei pazienti, ma anche più sostenibili economicamente.