MEDICI DEL BAMBIN GESÙ SALVANO UNA BIMBA DI 3 ANNI DA DUE ARRESTI CARDIOCIRCOLATORI: ERA STATA LA MADRE A CAUSARLI CON UN SEDATIVO NEL BIBERON. VOLEVA ATTIRARE L’ATTENZIONE DEL MARITO

Sono stati i referti inviati lo scorso dicembre dalla direzione sanitaria dell’Ospedale Bambino Gesù, ad avviare le indagini dei carabinieri di via in Selci: si evidenziavano due episodi di arresto cardiorespiratorio, apparentemente ingiustificati, a carico di una bambina di 3 anni, tratta in salvo solamente grazie al tempestivo intervento dei medici rianimatori. Successivi ed approfonditi esami investigativi hanno così appurato che la donna avrebbe deliberatamente, e senza alcuna prescrizione medica, somministrato alla figlia, ricoverata presso l’ospedale Bambino Gesù, farmaci contenenti benzodiazepine, in grado di procurare l’arresto cardiorespiratorio della piccola. Il movente, per certi versi folle, che ha spinto a tale orrore la 29enne, la tensione coniugale esistente con il marito e l’intenzione di attirare l’attenzione di quest’ultimo sugli interessi familiari e così rafforzare il loro legame. Già lo scorso 28 dicembre, i carabinieri avevano notificato alla donna un provvedimento di sospensione della potestà genitoriale, adottato dal Tribunale per i Minorenni di Napoli, che aveva disposto per entrambi i genitori il divieto di avvicinamento alla bambina ricoverata e alle due sorelline più piccole, affidate ai servizi sociali partenopei. Ora per la donna sono scattate le manette a seguito dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei suoi confronti dal Gip di Roma Ezio Damizia, su richiesta dei pm Maria Monteleone ed Eleonora Fini, con l’accusa di tentato omicidio nei confronti della figlia di poco più di tre anni. A eseguire il provvedimento i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, in collaborazione con personale del Comando Provinciale di Napoli, che hanno rintracciato la donna nei pressi della sua abitazione a Napoli e l’hanno tradotta, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, presso la Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli. I due tentativi di omicidio, secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, sarebbero avvenuti a dicembre. Ma il sospetto degli investigatori è che un tentativo simile sia avvenuto anche nei confronti di una delle sorelline più piccole della bambina, all’inizio dello scorso anno. La donna avrebbe cioè somministrato un farmaco anche all’altra figlia piccola, che all’epoca era ricoverata in ospedale a Napoli. Grazie al “tempestivo intervento del personale sanitario e alle cure rese possibili dall’ambiente ospedaliero, la bambina ora è fuori pericolo e in buone condizioni”, precisa una nota diramata dai sanitari dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. La bimba “era ricoverata per approfondimenti diagnostici in seguito a una condizione clinica apparentemente molto complessa – spiegano i sanitari – Durante il suo ricovero si sono manifestati 2 arresti cardiocircolatori. Le condizioni cliniche hanno indotto i sanitari a verificare la presenza di sostanze tossiche nelle urine”. E proprio la presenza nelle urine “di sostanze psicotrope ha obbligato i medici a segnalare il caso alle autorità giudiziaria”.