Una maxi confisca che ha riguardato 6 esercizi commerciali ubicati a Roma, 12 società, 32 immobili, di cui 31 a Roma e provincia e uno a Isola di Capo Rizzuto, 74 rapporti finanziari/bancari e 16 veicoli, il tutto per un valore complessivo stimato di oltre 10 milioni di euro. Loperazione, condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Roma e dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, ha al centro delle sue indagini un gruppo di personaggi già tratti in arresto nel febbraio del 2015, insieme ad altre 49 persone, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, poiché ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione, reimpiego di capitali di illecita provenienza, fittizia intestazione di beni, illecita detenzione di armi e riciclaggio. Il decreto di confisca dei beni, ex artt. 24 D.Lgs. 159/2011, emesso dal Tribunale di Roma Sezione Misure di Prevenzione, è arrivato a seguito del sequestro anticipato dei beni eseguito, nel febbraio 2015, unitamente alle misure cautelari in carcere. Le indagini patrimoniali eseguite nellambito del procedimento di prevenzione avevano consentito di rilevare come i 10 soggetti, destinatari del provvedimento di sequestro, disponessero di beni del valore del tutto sproporzionato rispetto al reddito percepito e dichiarato da loro e dalle persone rientranti nel loro nucleo familiare, tanto da far ritenere che tali risorse economiche costituissero provento o reimpiego di attività delittuose. Il blitz è scattato su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma che, nel valutare la perdurante pericolosità sociale dei 10 destinatari, aveva recepito la proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale avanzata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, basata sulla mancata dimostrazione della legittima provenienza dei beni nella disponibilità dei proposti e la manifesta sproporzione tra il patrimonio accumulato dagli stessi e dai propri nuclei familiari negli ultimi 20 anni, rispetto al reddito dichiarato al fisco. Collateralmente alla stessa operazione, e sempre tenendo conto della pericolosità sociale, e in virtù anche in questo caso dellacclarata sproporzione tra patrimonio accumulato e redditi dichiarati, i militari del G.I.C.O. del Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma hanno proceduto alla confisca dei beni nei confronti di un ulteriore soggetto, G. C., pregiudicato napoletano, già appartenente al clan di camorra Mariano, ma da lungo tempo domiciliato nella Capitale ed in contatto con esponenti di spicco della criminalità romana. In tale contesto, la confisca ha ad oggetto un patrimonio già sottoposto a sequestro nel gennaio 2016, costituito da 6 fabbricati ubicati a Roma, 1 società a responsabilità limitata (esercente, in Roma, lattività di affittacamere, case vacanze, bed and breakfast, residence), 3 autovetture e due rapporti finanziari/bancari, per un valore complessivo stimato in circa 6.200.000 euro.