Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, si è recato a Pontedera in occasione del quarantesimo anniversario della morte di Giovanni Gronchi, storico terzo Presidente della Repubblica. La sua presidenza ha accompagnato la scelta della nascita e dellavvio dellintegrazione europea . ha detto Mattarella Di quella che oggi si chiama Unione Europea e che – pur con lacune e contraddizioni – ha assicurato un patrimonio inestimabile di pace e di benessere”.
In Giovanni Gronchi fu “ferma” la “distinzione tra significato e insopprimibilità dei valori patriottici e le infatuazioni di vuoti rigurgiti nazionalistici”.
“Netta testimonianza – ha ricordato il Capo dello Stato – venne dal discorso pronunciato, in qualità di presidente della Camera dei deputati, poche settimane prima dellelezione al Quirinale, in occasione della celebrazione del decennale della Resistenza, il 22 aprile 1955. Il riferimento fu, esplicito, a una coscienza nazionale che si rinnova, che attinge ai valori supremi spirituali e storici che la Patria sintetizza, che rende imperiosa lesigenza dellautonomia e dellindipendenza verso ogni egemonia dei più forti e che, proprio per questo preme per rompere il cerchio fatale dei miti della violenza, del diritto della forza, dellequilibrio di potenze”.
“Quella che una felice formula definì, in altri termini, il passaggio dal diritto della forza alla forza del diritto, nellottica della pacificazione internazionale. Si coglie, qui, lacuta percezione dello statista di Pontedera, circa il tramonto dellepoca del ruolo di ex grandi potenze come il Regno Unito e la Francia e la opportunità per tutti i Paesi di procedere, invece, a integrazioni più complesse e più vaste che, senza negare o anche soltanto sminuire il sentimento sacro della Patria, lo armonizzino in una concezione superiore di pacifica convivenza”.
“Una visione – ha proseguito Mattarella – in lui radicata, che lo aveva già portato, il 25 maggio 1949, a sostenere che così come in un Paese le classi devono temperare il loro egoismo particolare e convincersi come lo stesso loro interesse particolare si assolva più effettivamente inquadrandolo e conciliandolo con gli interessi generali, così ciascun Paese deve persuadersi che i propri interessi sono efficacemente e durevolmente difendibili soltanto entro un quadro di solidarietà e concordia”.
“Non va dimenticato che la sua Presidenza ha accompagnato la scelta della nascita e dellavvio dellintegrazione europea. Di quella che oggi si chiama Unione europea e che -pur con lacune e contraddizioni- ha assicurato un patrimonio inestimabile di pace e di benessere. Insomma, una coscienza internazionale nuova”.
“Sono i prodromi anche di quel nuovo atlantismo, attribuito al Presidente Gronchi, che sostanzialmente prendeva atto del gigantesco passo in avanti rappresentato dallabbandono di alleanze puramente militari di reciproco sostegno in caso di aggressione da parte di Paesi terzi, per giungere ad alleanze politico-difensive come lo stesso Trattato dellAtlantico del Nord, in una logica di integrazione. Dal rapporto con potenze garanti e tutrici, a relazioni fra alleati – ha concluso Mattarella – su un piano di eguaglianza, con decisioni vincolanti per tutti i contraenti, indipendentemente dal loro peso e influenza”.