“Il nostro continente si trova ad affrontare grandi sfide di diversa natura: da quelle climatiche a quelle geopolitiche. Questo ci richiama all’urgenza di compiere passi avanti affinché l’Unione sia in grado di rispondere con efficacia e tempestività, assumendo il ruolo e le responsabilità che le competono. Tra queste sfide e riforme – indifferibili – vi è quella della difesa comune dell’Unione.
L’alleanza con gli Stati Uniti è storicamente un caposaldo irrinunciabile, non soltanto per esigenze militari ma, ancor di più, perché si inquadra in un rapporto che si basa su valori comuni di libertà, democrazia, diritti della persona, su vincoli storici, culturali e di relazioni umane.”
Sono le parole con cui si è espresso il presidente Mattarella.
Aggiornamento ore 7,11
Da lungo tempo si pone l’esigenza – sovente sottolineata da oltre oceano – del rafforzamento del pilastro europeo dell’Alleanza. Questo non si esaurisce nell’aumento delle spese militari, ma richiede ben altro. Vorrei dire, soprattutto ben altro.
Personalmente, avverto ancor più che rammarico, tristezza nel vedere immense quantità di risorse finanziarie destinate all’acquisto di armi, sottraendole a impieghi di carattere sociale: dalla salute al cambiamento climatico, dalla cultura alle infrastrutture.
Aggiornamento ore 10.40
Ma vi siamo costretti dal mutamento del clima che è calato all’improvviso sul nostro continente, a causa dell’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina e dal manifestarsi di una sua sorprendente aggressività militare fuori dalla storia e dalla razionalità, considerata anche la vicendevole contabilità di vittime e devastazioni del territorio.
Ci troviamo di fronte al tentativo di introdurre il principio secondo cui gli Stati confinanti, o anche soltanto prossimi a uno Stato più grande e forte, hanno due sole strade: l’allineamento politico, economico, culturale o l’invasione.
La sfida non si traduce, banalmente, soltanto in quantitativi di spesa, ma riguarda il conseguimento di capacità militari.
Aggiornamento ore 15.31