Un ‘messaggio nel messaggio’, quello che il Presidente della Repubblica ha inviato nel pomeriggio alle Camere: “Leone ripropose la sollecitazione, già sottolineata dal Presidente Segni, di introdurre la non rieleggibilità del Presidente della Repubblica, con la conseguente eliminazione del semestre bianco”. Come dire, ‘scordatevi un secondo mio mandato’.
Mattarella, la commemorazione di Giovanni Leone e la richiesta di introdurre la non rieleggibilità
Mattarella ha preso spunto in occasione del ventesimo anniversario della scomparsa di Giovanni Leone (al Colle dal 1971 al 1978) “figura a buon titolo tra i fondatori e i protagonisti della Repubblica – ha affermato il Presidente – Credo che sia giusto rifarsi al suo discorso di insediamento come presidente della Camera nel ’55. Affermò: ‘nell’esercizio del mio mandato affidatomi non obbedirò che alla mia coscienza’. Nel corso del suo lungo impegno nei tanti ruoli di vertice nelle nostre Istituzioni è sempre stato questo il criterio delle sue scelte e la Repubblica, a venti anni dalla sua morte, lo ricorda con riconoscenza”.
Mattarella: “Ho servito il Paese con correttezza istituzionale e dignità morale”
Dunque, ricalcando quanto affermato da Leone (”Ho servito il Paese con correttezza istituzionale e dignità morale”), Mattarella ha aggiunto che “Con queste parole il Presidente della Repubblica Giovanni Leone si congedava dagli italiani alla vigilia del ‘semestre bianco’ che avrebbe preceduto la conclusione del suo mandato. Ennesima testimonianza, ove ce ne fosse stato bisogno, dell’altissima sensibilità istituzionale che per tutta la sua vita ne aveva ispirato le scelte“.
Mattarella: “A volte occorrono le forze della saggezza e della conciliazione per riannodare il dialogo”
Quindi, ha proseguito il Capo dello Stato, ”Nella vita di ogni comunità –e quella politica non fa eccezione – si manifestano – momenti di difficoltà, di incomprensione, di stallo, in cui la nave sembra rifiutarsi di proseguire, le macchine paiono smettere di funzionare. Questo, naturalmente, applicato alla vicenda politica può portare a conseguenze imprevedibili. Entrano in campo allora le forze della saggezza e della conciliazione per riannodare il dialogo, per far proseguire il cammino, per aprire nuovi orizzonti. Come non vedere nella figura di Giovanni Leone una di queste forze, nella sua disponibilità a soccorrere il sistema politico, le istituzioni che si trovava a servire, per superare contrasti e per consentire un ordinato democratico funzionamento delle istituzioni?“.
Mattarella: “Leone invocò la necessità di un ordine democratico che fosse presupposto del progresso sociale”
Poi il Presidente ha tenuto a ricordare anche i brevi Governi di transizione, presieduti sempre da Leone, sia nell’estate del ’63, che quella del ’68, “necessarie per consentire una evoluzione del quadro politico e la prosecuzione ordinata della vita istituzionale del Paese”. Ed ancora, ”Anni di piombo vennero definiti quelli degli anni ’70 per i tanti episodi di terrorismo, e Leone si trovò a invocare la necessità di un ordine democratico che fosse presupposto del progresso sociale. Lo muoveva un profondo senso di legalità quella che –e riprendo un suo intervento alla Fiera di Milano nell’aprile del 1972 – ‘trova nella Costituzione repubblicana la sua più alta consacrazione e nel diritto la sua espressione’. Riprendeva così il tema della pace sociale, richiamata nel suo messaggio al Parlamento in occasione del giuramento da Presidente, il 29 dicembre 1971: ‘La pace sociale non significa rinuncia alle legittime aspirazioni e neanche alle spinte e alle sollecitazioni per farle valere: significa rinuncia al metodo della violenza e dell’intolleranza’“.
Mattarella: “Negli strumenti offerti dalla Costituzione, c’è spazio per tutte le aspettative”
“‘Negli strumenti offerti dalla Costituzione – ha proseguito il Capo dello Stato – c’è spazio per tutte le aspettative; ma c’è anche il richiamo vigoroso al rispetto delle istituzioni democratiche e alla libertà dell’individuo’. Sono parole che suonano ancor oggi di estrema attualità. Erano anni davvero difficili tanto che ritenne di dover tornare nuovamente sul tema in occasione della sua visita all’Assemblea della Regione Emilia-Romagna, nell’aprile del 1973. Combattere con fermezza ogni violenza, ammonì: ‘la violenza assurda e intollerabile di coloro che, con azioni nelle quali la viltà è pari alla mancanza di qualunque ideale, mirano a colpire le istituzioni repubblicane nate dalla Resistenza’“.
Mattarella: “A seguito del caso Lockheed Giovanni Leone subì attacchi serrati e sistemici”
Infine, ha concluso Mattarella nel ricordo di Leone, “Nel 1976 aveva fatto irruzione, prima negli Stati Uniti d’America, il caso Lockheed, la multinazionale accusata di avere pagato tangenti a numerosi governi stranieri. Poi lo scandalo sbarcò in Italia per la individuazione della misteriosa figura di un uomo politico nascosto dietro uno pseudonimo. Venne fatto in maniera ignobile il nome di Giovanni Leone, pur sapendo come fosse del tutto estraneo alla vicenda, ed ebbe inizio una stagione di tentativi di delegittimazione che sarebbe culminata in attacchi serrati e sistemici alla figura del Presidente della Repubblica”.
Max