La storia è fatta dagli uomini, maggiormente questi ultimi si sono sacrificati e più benefici ne abbiamo tratti noi a seguire. Premesso l’orrore e l’inutilità della guerra come estrema ‘forma di dialogo’ geo-politico tra paesi di differenti culture, bisogna ammettere che il nostro Paese in termini di morti ha pagato duramente lo scotto delle folli scelte che ci hanno coinvolto in feroci conflitti bellici. Esperienze che debbono rappresentare il dna della nostra memoria storica, affinché rimanga vivo – perpetuandosi di generazione in generazione – quanto sofferto dai nostri nonni o meglio, da quelli che sono riusciti a sopravviverne.
Così, a ridosso del ‘IV Novembre’, la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, stamane il Capo dello Stato ha ricevuto al Colle gli alti ufficiali dei nostri corpi militari, nell’ambito dell’annuale Cerimonia di consegna delle insegne dell’Ordine Militare d’Italia. Le prestigiose onorifecenze sono state ‘appuntate’ al petto dell’Amm. di Squadra Enrico Credendino; al Gen. di Divisione Salvatore Cuoci; al Gen. di Brigata Gianluca Carai; all’Amm. di Divisione Giuseppe Berutti Bergotto; al Gen. di Divisione Gino Micale; al Mar. Maggiore Alessandro Giacomelli.
“I sacrifici dei nostri soldati fungano da insegnamento”
Per l’occasione il Presidente Mattarella ha tenuto a ricordare le difficoltà ed i grandi sacrifici patiti dai nostri soldati nella Grande Guerra prima, e nel secondo conflitto mondiale dopo: “La testimonianza del sacrificio dei protagonisti di quei travagliati momenti – una generazione duramente colpita che ha però saputo trovare la forza per reagire e porre le fondamenta di un Paese libero democratico – è per tutti noi e per le nuove generazioni un insegnamento e anche un monito a non abbassare mai la guardia e a non sottovalutare tentativi che negano o vogliono riscrivere la storia contro l’evidenza, allo scopo di alimentare egoismi, interessi personali, discriminazioni e odio”, ha affermato il Capo dello Stato, tenendo ad evidenziare che “con i suoi duemila militari impegnati, l’Italia offre un sostegno di assoluta importanza all’Alleanza Atlantica. Nei Balcani e in Afghanistan il nostro contributo è secondo solo a quello degli Stati Uniti mentre, nelle missioni delle Nazioni Unite, l’Italia è il primo contributore fra i Paesi occidentali”.
Oggi il ‘nemico’ si nasconde nell’ombra ed usa ‘armi’ differenti, apparentemente meno violente, ma ugualmente efficaci al fine di mettere in ginocchio una nazione. E’ il caso ad esempio della cybersicurezza, a proposito della quale il Presidente ha spiegato che “Oggi, in un mondo sempre più connesso, aperto, interdipendente e digitalizzato, dobbiamo preoccuparci di nuovi pericoli che agiscono in dimensioni inedite. Si pensi, ad esempio, al tema della sicurezza cibernetica che non riguarda solo la sfera militare – ha aggiunto Mattarella – ma anche settori civili critici dove spesso si presentano le maggiori vulnerabilità”.
Max