(Adnkronos) – In Transatlantico alla Camera la domanda si rincorreva di bocca in bocca questa mattina. A chi tocca ‘l’incombenza’? Questione non di poco conto quando si tratta di andare a chiedere a Sergio Mattarella di restare per altri sette anni al Quirinale. Chi doveva sapere, già sapeva che a quell’ora il rebus era già stato risolto. Era inevitabile che se doveva essere una richiesta di tutta la maggioranza di governo, alla fine ‘l’ambasciata’ l’avrebbe portata il presidente del Consiglio in persona. Mario Draghi scende in campo per la sua missione di mediazione. Di fronte allo stallo tra i partiti, il premier illustra al Presidente della Repubblica l’unica strada percorribile “per la stabilità e il bene del paese”.
Per definire una exit strategy bastano venti minuti di colloquio tra Draghi e Mattarella, a margine del giuramento da giudice costituzionale di Filippo Patroni Griffi. “La situazione è grave, molto grave”, la diagnosi condivisa. Poi l’inevitabile proposta: “Io credo che tu debba essere riconfermato, è necessario per il bene e la stabilità del paese”, riportano le parole del premier fonti autorevoli all’Adnkronos. Il Capo dello Stato avrebbe espresso dubbi per una soluzione da lui mai auspicata. Come dirà più tardi alle delegazioni parlamentari: “Avevo altri piani…”. Un bis per lui è un sacrificio altissimo, avrebbe spiegato. Ma per il bene e la stabilità del Paese allora sì, avrebbe accettato suo malgrado.
Ricevuta la disponibilità di Mattarella, Draghi torna dunque a Palazzo Chigi, si chiude nel suo ufficio e inizia il giro di chiamate. Con i leader di partito, ma anche con alcuni ministri di ‘peso’ del suo governo, tra questi il responsabile della Farnesina Luigi Di Maio, che non ha mai nascosto di volerlo al Colle. Chi gli sta vicino descrive un Draghi sereno, sollevato dopo le preoccupazioni, gravose, delle ultime ore. La settimana prossima si torna ad ingranare la marcia. Il premier convocherà i ministri a Palazzo Chigi già lunedì, per un Cdm su alcune misure in scadenza. E sempre in settimana, probabilmente giovedì, dovrebbe essere convocato un nuovo Cdm per valutate le misure -a cui lavorano i tecnici del ministero della Salute- sulla proroga della validità del green pass rilasciato ai vaccinati con tre dosi. Quanto alle voci circolate in queste ore su un presunto passo indietro del ministro dello Sviluppo economico, il leghista Giancarlo Giorgetti, a Palazzo Chigi tagliano corto: “Contiamo su di lui… Ora occorre lavorare”.