(Adnkronos) – “Bucha è stata torturata e devastata dal 24 febbraio. Io ho visto l’orrore e posso testimoniarlo. I media lo hanno scoperto soltanto adesso”. Sono le parole di Sergiy Prylucki, residente di Bucha nei pressi dell’aeroporto, tra i primi obiettivi bombardati dai russi lo scorso 24 febbraio. All’Adnkronos racconta:”Non si poteva restare. Siamo scappati a casa di amici, con mia moglie e mio figlio in una zona della città che fortunatamente non ha conosciuto le violenze dell’esercito russo, anche se era vicino. Lì siamo rimasti due settimane”, poi l’11 marzo Sergiy è fuggito verso Kiev e quindi Ternopil, dove si trova adesso mentre moglie e figlio sono rifugiati in Polonia. “Durante l’evacuazione abbiamo visto l’orrore. Auto con all’interno corpi di persone morte. Distruzione. Quello che voi giornalisti state documentando non è avvenuto in questi ultimi giorni con la ritirata dei russi. Ma giorno dopo giorno, dal 24 febbraio”.
Avete avuto paura? “Quando vivi in una città occupata non senti. E’ peggio dopo, quando capisci che avrebbero potuto ucciderti. Durante l’occupazione devi pensare ai bambini, a dargli da mangiare, da bere e non fargli sentire la paura. Il nostro pensiero era fare sorridere i bambini”, risponde con pacatezza. Cosa avete visto? “Ho visto i carri armati ed altri veicoli russi entrare a Bucha, stazionare vicino alle nostre abitazioni; aerei bombardare le nostre case; i corpi dei miei concittadini morti nelle loro auto; ho raccolto le testimonianze di chi ha subito le razzie dei ceceni ubriachi nei negozi, le loro gozzoviglie nelle case e le torture e le uccisioni. Vicino a casa mia hanno torturato e ucciso in un summer camp per bambini chi si trovava lì. Hanno ucciso civili dentro le loro case. Hanno saccheggiato abitazioni private. Sono entrati anche nella mia – conclude all’Adnkronos – So che hanno spalancato le porte e preso …non so cosa”.
(di Roberta Lanzara)