Alle sei di pomeriggio del 4 aprile 1968, Clara Jean Ester si trovava al Lorraine Motel di Memphis, in Tennessee, e non immaginava quel che sarebbe successo di lì a poco. Non immaginava di diventare testimone di uno degli assassinii del secolo, quello di Martin Luther King. Soltanto ora, a cinquantanni di distanza, ha deciso di raccontare la sua storia. Mentre in tutti gli Stati Uniti fervono i preparativi per ricordare leroe della lotta per i diritti civili degli afroamericani. Unicona ancora oggi più viva che mai.
delleroe della lotta per i diritti civili degli afroamericani Il 3 aprile licona per i diritti civili e premio Nobel per la pace arrivò a Memphis per tenere un discorso, e Clara non poteva mancare, era lì ad ascoltarlo. Poi, il giorno, si recò al Lorraine Motel, ed era lì quando Martin Luther King si affacciò dal balcone di fronte alla sua camera numero 306. La tragedia si consumò in pochi secondi, ricorda, Alle 18.01 il dottor King fu colpito da un singolo proiettile sparato da una Remington 760, che gli entrò nella guancia destra spaccandogli la mascella e diverse vertebre mentre scendeva lungo il midollo spinale, tagliando la vena giugulare e le arterie maggiori prima di fermarsi sulla spalla. Momenti convulsi, di grande confusione. Alcuni testimoni hanno raccontato che dopo lo sparo hanno visto un uomo, James Earl Ray, fuggire da una casa affittacamere dallaltra parte della strada. Ray fu arrestato dopo una caccia alluomo a livello mondiale allaeroporto Heathrow di Londra, due mesi dopo. King, invece, venne portato al St. Joseph Hospital, dove fu dichiarato morto unora dopo essere stato colpito.
Poco prima della sua morte, il leader del Movimento per i diritti civili aveva salutato le persone che si trovavano nel parcheggio sottostante, tra cui cera anche Clara Ester e la sua compagna di studi, Mary Hunt. Dopo lesplosione del secondo proiettile le due sono corse su per le scale e si sono trovate di fianco a King: “Cera sangue tutto attorno, faticava a respirare”, dice. “Mi sono sentita inutile e arrabbiata – continua – ma ho realizzato che quelluomo era pronto a dare la vita per la non violenza. Così ho deciso che avrei fatto di tutto per rendere il mondo migliore, in modo pacifico”.
Quel tragico avvenimento ha cambiato per sempre la vita della giovane. Dopo la laurea iniziò a lavorare allorganizzazione United Methodist Church Womens. E come King ha cambiato lAmerica, lei ha deciso che avrebbe cambiato il quartiere dove viveva lavorando come una missionaria tra i più poveri, e continuando a seguire lispirazione del leader per i diritti civili. “Quel proiettile non ha portato Martin Luther King via da noi, lui continua a vivere – conclude – Puoi uccidere il sognatore, ma non ucciderai mai il sogno”.