“Non c’è dubbio che lo smart working abbia cambiato il modo di lavorare e anche le abitudini dei lavoratori. Le persone escono da questa pandemia profondamente cambiate, nelle competenze, nelle modalità di relazione, nelle aspettative e negli obiettivi professionali e personali. Tornare indietro sarebbe folle e forse impossibile”. Così Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart working del Politecnico di Milano, commenta con Adnkronos/Labitalia l’intervista di Sundar Pichai, amministratore delegato di Google, pubblicata oggi sul Corriere della Sera, in cui fa il punto su come la pandemia abbia cambiato il modo in cui lavoriamo.
“Le persone – piega – sono alla ricerca non solo di flessibilità, ma anche di socialità e piacevolezza dell’interazione. Le organizzazioni
dovranno quindi ‘ricostruire’ identità e capitale sociale ridisegnando esperienze significative di collaborazione e condivisione di competenze e valori anche in presenza”.
“Non è soltanto – fa notare – un problema di attrazione dei talenti e retention, ma anche di efficacia. Se dal punto di vista dell’efficienza e della produttività il lavoro da remoto ha dimostrato una efficacia superiore alle aspettative, a soffrire sono in molti casi la capacità di innovazione e la creatività”.
“Anche per questo – avverte Corso – sarà importante un migliore bilanciamento, non certo un ritorno al passato, ma un ulteriore passo avanti verso un modello di collaborazioni più ricco. La sfida con la ripartenza sarà ridisegnare i modelli di organizzazione del lavoro dando la possibilità a team e persone di definire il luogo, gli orari e gli strumenti di lavorare in funzione delle esigenze, sapendo bilanciare le giuste richieste di flessibilità personale con le esigenze organizzative. Ed è proprio questo in realtà il ‘vero’ smart working”.
Come membro del Comitato scientifico degli osservatori Digital innovation del Politecnico di Milano, Mariano Corso commenta con Adnkronos/Labitalia l’intervista di Sundar Pichai, amministratore delegato di Google, in cui sottolinea l’importanza della robotica per aiutare gli utenti ad aumentare competenze, successo, salute, felicità.
“Le tecnologie digitali oggi – fa notare – possono essere di grande aiuto per migliorare efficienza, produttività, benessere, conciliazione vita-lavoro. E certamente anche la salute, si pensi solo alla telemedicina o alle applicazioni di intelligenza artificiale in sanità. Dopo l’esperienza della pandemia abbiamo compreso come non sia possibile prescindere dal digitale come elemento di sviluppo, ma anche condizione essenziale di resilienza”.
“Se per Google – fa notare – questo è chiaramente un obiettivo naturale, per tutte le aziende oggi la sfida deve essere quelle mettere il digitale al centro del proprio modello di business e del miglioramento della società”.