(Adnkronos) – Basta polemiche, ora è urgente fermare la guerra. E’ l’appello lanciato attraverso l’Adnkronos da Flavio Lotti Coordinatore del Comitato promotore della Marcia della Pace PerugiAssisi all’indomani delle polemiche suscitate dal manifesto creato in occasione dell’iniziativa, nel quale vi è una madre con in braccio un bimbo e vi sono due proiettili (uno bianco e uno nero) che si incrociano, con la dicitura ‘Fermatevi’.
“Oggi abbiamo bisogno di cercare di fermare la guerra e non di fare polemiche. Le polemiche sono solo la coda di una campagna di denigrazione e di attacchi che vengono condotti ormai da due mesi a tutti coloro che pronunciano parola pace, partendo da Papa Francesco. – evidenzia con forza Lotti -. Mi dispiace di tutto questo, sono rattristato perché non è un bello spettacolo: ci sono persone che si prestano a questo tipo di operazioni però non sono sorpreso, questa è la spirale della guerra”.
“Queste polemiche sono lo specchio, anzi sono una parte integrante dello schema della guerra, che è quello in cui tutti si devono schierare con gli uni o con gli altri – sottolinea Lotti -. Noi siamo sempre solo dalla parte delle vittime, in questo caso innanzitutto dalla parte degli ucraini: delle donne, degli uomini, dei bambini, dei malati, degli anziani ucraini che sono vittime di questa aggressione, ma non ignoriamo anche le altre vittime per esempio i soldati che vengono mandati al massacro da Putin, o ancora le donne e gli uomini che stanno morendo nel Donbass, anche loro sono persone che hanno diritto alla vita e sono parte di questo schema della guerra che distrugge tutto e tutti”.
Alla Marcia di domani, “non so quanti saremo, ma ci saremo, nella speranza che non piova. Ci stiamo organizzando per accogliere tutte le persone che decidono di partecipare e per fornire loro questa opportunità di esserci, di far sentire la propria voce. Penso che saremo tanti”, continua Lotti.
“La mia prima marcia della pace l’ho fatta nel 1981 da partecipante e poi nel 1985 sono entrato tra gli organizzatori. La Marcia della pace risponde sempre a un’urgenza, a una necessità, a un bisogno”, spiega Lotti. La manifestazione “viene spesso descritta come una tradizione, ma l’unica tradizione è il percorso, tutto il resto è sempre la risposta all’urgenza della pace che non c’è. Noi spesso non ce ne rendiamo conto perché fino al 24 febbraio le guerre coinvolgevano altri, adesso è diverso perché sta coinvolgendo noi stessi e la nostra economia, altrimenti avremmo fatto finta anche questa volta di non vedere e di non sentire, purtroppo”.
Lotti lancia, poi, un appello “a tutti i responsabili della politica nazionale e internazionale: dobbiamo togliere la parola alle armi e ridarla alla politica. Solo attraverso la politica, attraverso gli strumenti della politica, del negoziato politico, del dialogo, anche difficile, anche sui punti più controversi, più duri, solo così sarà possibile fermare questa spirale sanguinosa ed estremamente pericolosa. Questa una delle ragioni principali per cui noi abbiamo organizzato questa marcia, naturalmente la prima è la solidarietà con il popolo ucraino, ma anche con le vittime di tutte le altre guerre che continuano indisturbate e ignorate nel mondo, perché abbiamo il dovere di fermare questa guerra ma dobbiamo fermare anche le altre”.