Da mesi nel Paese (come se non avessimo già abbastanza ‘rogne’), infuria la questione del ‘politicamente corretto’ ed è guerra totale ad ogni forma di discriminazione. Concetti indiscutibili e condivisibili anche se, per ovvii motivi, ci domandiamo quale sia il confine tra l’esternare un pensiero, ed il ben diverso ‘offendere per farlo’? Siamo infatti ormai nel bel mezzo di un vortice che rischia di aspirare tutto e tutti senza possibilità di chiarire o spiegare.
Basta guardare alla stessa improvvisa ‘guerra’ in atto contro statue e lapidi di questi giorni, non è certo un esempio di civiltà. Intanto per i modi poi, ‘cosetta’ non da poco, purtroppo ciascun riferimento storico porta con se un esempio di società differente, meno evoluta, strettamente legata ad un preciso periodo storico. Inoltre, un monumento solitamente sta a significare il gesto o l’azione politica del soggetto in merito alla società del momento, e non a ‘glorificarne’ le virtù umane. L’uomo di per se è fallibile – e non ci piove – ma ciò non toglie (e la storia ne è piena), che pessimi genitori o ‘personacce’ – attraverso un’opera, un gesto, o un atto – abbiamo rappresentato in un preciso momento storico ‘la cosa giusta’.
Ma la questione, come dicevamo, è sottilissima, e basta un nulla per essere opportunamente cavalcata (in genere ‘politicamente’), così da trasformare una ‘cazzata’ in una seria e lunga causa penale! Intendiamoci, nelle maggior parte dei casi c’è molta ipocrisia, ma se qualcuno ritiene di ‘sentirsi discriminato’ è finita: non avete più chance. Dunque guai anche soltanto a parafrasare un’uscita pubblica: rischiate il linciaggio.
Nel suo piccolo ne sa qualcosa il buon Alberto Salerno, colto paroliere, e generazionalmente cresciuto con una visione delle cose in qualche modo ‘filtrata’ da una moralità ed una censura oggi ridicole.
Salerno, ripetiamo, è quel signore che, tanto per dare un’idea di chi parliamo, ha scritto canzoni come ‘Io Vagabondo’ dei Nomadi, ‘Bella da morire’ degli Homo Sapiens, ‘Terra promessa’ di Ramazzotti, ‘Lei verrà’ di Mango, e molte altre. Dunque un uomo di spettacolo ‘navigato’ e dunque, proprio per questo, in virtù delle frequentazioni che l’ambiente comporta, sicuramente non incline alle discriminazioni, di nessun tipo. Ripetiamo, appartiene a quella generazione che ha condiviso e sofferto per gli amici omosessuali, che a quei tempi erano costretti a ‘nascondersi’, o a fingersi sposati o fidanzati per non destare sospetto e scandalo. Anche perché nella Rai di quegli anni – allora sì discriminatoria – se un artista si dichiarava pubblicamente ‘gay’ veniva puntualmente ignorato.
Dunque, è capitato che, come molte altre persone, Salerno abbia assistito ad uno dei tanti ‘salotti’ televisivi che aiutano molti pensionati e casalinghe ad ingannare il pomeriggio e, probabilmente rallegrato dal fatto che ormai anche la televisione abbia definitivamente superato quell’ipocrita moralità, ha di fatto realizzato che solitamente tali salotti sono in gran parte occupati da starlette ed ‘omosessuali’.
E qui già qualcuno – con evidente malizia – potrà obiettare: perché gli omosessuali non possono ‘gremire’ un salotto televisivo? Ma certo che sì, ci mancherebbe, tanto è che ‘nessuno’ si è ma lamentato di questo, a riprova che che questa ‘guerra contro le sessualità altre’, si riferisce nei fatti specifici (comunque gravi e deprecabili) a casi aventi come protagonisti bulli disperatamente ignoranti, o la violenza gratuita da parte di individui di pessimo lignaggio.
Dunque, con assoluta innocenza, proprio in virtù di quanto visto e passato nel corso della sua lunga militanza artistica, Alberto Salerno ha avuto la sfortunata pensata di trasformarla in una battuta da postare su Facebook: ”Ma com’è che su Rai Uno ci sono un sacco di gay? Che è cambiato qualcosa?“.
Apriti cielo! Era meglio se avesse postato una barzelletta contro il Papa (per altro abbondantemente e quotidianamente bestemmiato sui social), in pochi istanti l’ignaro Salerno è stato letteralmente subissato da post di ‘indignazione’.
Molti poi non sanno che Salerno è il marito della vulcanica Mara Maionchi, e già questo, visto il libero pensiero della moglie, dovrebbe garantire all’uomo una certa ‘immunità’ da stupidi sospetti di ‘omofobia’ (è come sospettare che il marito di un’ex partigiana sia stato un nazista!). Ma ormai il patatrac era stato fatto e, poco dopo, attraverso Twitter la Maionchi ha bacchettato il poveruomo scrivendo: “Ma cosa caz*o dici, ti tolgo i social”. Infine, sul profilo di Salerno sono apparse addirittura le scuse. Nel frattempo infatti il sito gay aveva ‘denunciato’ tutto postando gli screenshot dell’accaduto.
Questo per raccontare che situazione assurda stiamo vivendo, quasi che, a pensarci bene, per simpatia, ci viene il sospetto che in tutto questo il vero ‘discriminato’ sia proprio il povero Alberto Salerno!!!
Max