Manovra, Ue: Dialogo con l’Italia continua

Mentre il testo in aula arriverà solo venerdì, divampano le proteste delle opposizioni e a Bruxelles è tutto in stand by. A seguito dell’ormai citatissimo vertice interno a Palazzo Chigi andato in scena ieri sera, e l’arrivo a dama per quanto concerne l’ottenimento di alcune definitive modificazioni da decidere per il via alla manovra, adesso il governo giallo e verde auspica di poter evitare la procedura di infrazione da parte dell’Unione europea. E dalla Ue affermano: il dialogo con l’Italia continua.
Il portavoce della commissione Ue, Margaritis Schinas, ammette: “Il dialogo con l’Italia sul bilancio 2019 continua. I commissari Dombrovskis e Moscovici sono in contatto con il ministro Tria. La Commissione deciderà i prossimi passi sulla base dei risultati di questo dialogo. Quanto alla riunione dei capi di gabinetto di oggi, non commentiamo mai le riunioni prima che avvengano. Il lavoro continua a tutti i livelli e non diamo dettagli”. Di certo vi è un contatto di natutra telefonica, in mattinata, tra il ministro dell’Economia Tria, e i commissari Moscovici e Dombrovskis. E lo schema su cui si lavora è quello del deficit al 2,04 per cento.
Già stamani era arrivato contro l’allarmismo, il chiaro ottimismo del sottosegretario leghista all’economia Massimo Garavaglia, in un’intervista al Gr1 Rai. “Sì, siamo ottimisti” ha affermato il sottosegretario, secondo il quale nella riunione di stanotte “abbiamo affrontato temi politici e li abbiamo risolti”. Quanto a reddito di cittadinanza e quota 100, ridotti di due miliardi ciascuno rispetto agli stanziamenti iniziali, Garavaglia sostiene che “questo sul 2019 non comporta problemi, ciò che è importante è che le misure si tengono nel triennio”. Mentre il vicepremier M5S, Luigi Di Maio, esulta: “Rimettiamo l’Italia in carreggiata e presto potremo inserirci in corsia di sorpasso”.
Ancora poco tempo e tutti i nodi verranno al pettine. Le opposizioni fremono, il governo prende tempo, l’Europa guarda e osserva. In gioco, da una parte e dall’altra, c’è la credibilità della politica italiana, la stabilità economica e i rapporti stessi tra il Bel Paese e la comunità internazionale.