Che la navigazione in Parlamento per la manovra non fosse una passeggiata, Enrico Letta lo ha detto chiaramente quando ha lanciato la proposta di ‘tavolo di maggioranza’ nei giorni scorsi. Ma i problemi si stanno presentando già ai nastri di partenza. E la fibrillazione, apprende l’Adnkronos, al momento è nella parte di ‘centrosinistra’ della maggioranza, il tema è il relatore e le tensioni vedono schierati da una parte Pd e Leu e dall’altra i 5 Stelle.
Pd e Leu sono per indicare Vasco Errani come relatore della manovra da affiancare a un senatore indicato dalla parte di ‘centrodestra’ della maggioranza. Ma i 5 Stelle non sono d’accordo. “Il problema -dice un esperto senatore dem all’Adnkronos- è che la Castelloni è appena arrivata (la neo capogruppo pentastellata, ndr) e vuol far vedere che conta. Ma qui ci sono accordi già presi da tempo, un percorso e una discussione di lungo periodo. Per cui noi come Pd siamo per Errani anche perché abbiamo avuto uno dei nostri come relatore nell’ultimo provvedimento economico e in quello precedente il relatore era stato dei 5 Stelle. E poi, insomma, i 5 Stelle non ci sembrano sottorappresentati…”. Il riferimento è al presidente della Bilancio Pesco e la sottosegretaria Castelli che segue la manovra.
Scorie della vicenda Rai sulla quale Giuseppe Conte se la sarebbe presa anche con il Pd? Intanto, per dirla con un ‘eufemismo’, “al Senato è un casino”, ammette un parlamentare. Una soluzione potrebbe essere quella di allargare il numero dei relatori. Ma i dem non sono d’accordo e lo ha spiegato in chiaro Alan Ferrari, vicepresidente del gruppo: “Sui relatori voglio essere molto netto: siano persone di riconosciuta esperienza, siano non più di 2 – sarebbe ridicolo se fossero 3 o 4. Per noi del Gruppo del Pd il senatore Errani sarebbe in questo contesto la soluzione migliore e sono convinto che valga lo stesso per tutto il centrosinistra e per i Cinque Stelle”.