Sono ore calde, caldissime, nevrotiche ed anche di estrema ed assoluta rilevanza per quelli che sono gli equilibri politici interni alla maggioranza e, in una visione più di ampio e risolutivo spettro, per rapporti di crescita e di attesa stabilità economica e sociale dellintero paese Italia quelle che, in effetti, la coalizione di governo e di rimando tutta la popolazione in quanto tale sta vivendo a fronte della straordinariamente importante e strategica reazione definitiva che lEuropa, e lUnione Europea in quanto tale, finirà per avere nei riguardi della tanto attesa, controversa e contestata manovra finanziaria.
Come è risaputo, infatti, da più parti autorevoli senza alcun dubbio degli organi competenti della Europa che conta e della piazza così incisiva come quella di Bruxelles non sono certo arrivati applausi e fiori di benvenuto per la ormai tanto nota manovra finanziaria varata dalla attuale formazione di governo italiana composta da una parte dalla Lega di Matteo Salvini e dallaltra dal Movimento cinque stelle di Di Maio. In ore convulse e delicate, nelle quali peraltro le due componenti del governo giallo e verde hanno copiosamente litigato senza mandarsele a dire in merito alla questione Condono, si decidono le sorti dellintero movimento finanziario generato dalla Manovra, dal momento che è risaputo che il secco no dellEuropa, oltre ad essere un dato di fatto poco negabile, rappresenta il vero banco di prova, la sfida e la reale e sostanziale esperienza definitiva su cui è possibile da più parti fondare non già solo la credibilità e la durata del governo attualmente vigente a Roma, ma anche la tenuta stessa del meccanismo economico e finanziario del Paese così come è stato concepito da leghisti e pentastellati.
Di sicuro, quello che sembra non solo trapelare ma essere una vera e propria certezza è che, almeno per quanto riguarda loro, le componenti governative non intendono fare affatto marcia indietro. Tuttaltro. Se lEuropa, come pare, dovesse finire per rigettare e additare la manovra dei Cinque Stelle e della Lega, questi ultimi andrebbero, sostanzialmente, avanti per la strada già intrapresa.
“La bocciatura della Manovra è pressoché certa. Ma se uno è convinto di quello che fa, va avanti”. A dirlo, affermandolo anche con una certa veemenza concettuale, in effetti è Matteo Salvini. Lo ha fatto sostanzialmente al termine della cena con Giuseppe Conte e Luigi Di Maio avvenuta dopo il vertice a Palazzo Chigi. Un incontro informale che ha dato un po la temperatura di una stabilità governativa ed amministrativa più volte messa in discussione, peraltro dagli stessi protagonisti, in queste ore. Ma anche un incontro intorno al quale si è consumato, cibandosene letteralmente, un sentore di unità dintenti intorno a questo concetto portante e tanto importante per il governo come appunto la manovra e alcune delle sue più contestate componenti. Ad esempio, su quota 100 e reddito di cittadinanza non si cambia e si tira dritto: “LUe farà le sue scelte, noi le nostre”, ha aggiunto. “Non vedo perché dovrebbe bocciare una Manovra con 15 miliardi di investimenti”, ha sentenziato Salvini.