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    Manovra, la provocazione di De Masi: “Per fare i figli servono i poveri”

    (Adnkronos) – Le misure previste nella Manovra di Bilancio firmata da Giorgia Meloni “sono tutte piccole azioni di welfare che in gran parte esistevano. Sono stati cambiati i nomi e spostati i soldi. Ma la somma totale è che il welfare si riduce in Italia. Un merito lo ha la piccola riduzione del cuneo fiscale, anche se non è stato fatto nulla sul fronte della riduzione dell’orario del lavoro e sul salario minimo; e il fronte natalità, dove il governo nonostante non ci siano molti soldi a disposizione ha tentato di mettere il massimo possibile”. Così Domenico De Masi, professore emerito di Sociologia presso l’università di Roma La Sapienza, interpellato dall’Adnkronos prevede: “Le politiche per la natalità non funzioneranno. I giovani non fanno figli sulla base di un sussidio. Il rifiuto è dovuto al fatto che i figli contrastano con qualità della vita”.
     

    Secondo il sociologo, “sul fronte natalità lo sforzo è stato maggiore rispetto a prima perché la politica sulla natalità è la linea delle destre. L’alternativa è l’accoglienza degli immigrati, che dal loro punto di vista inquinerebbero la nostra razza. Noi tra 10 anni avremo due milioni di italiani in meno. Ma il pianeta sarà popolato da 1 mld di persone in più. A sinistra – prosegue – questo è un fatto che non crea problemi perché si accoglie dal terzo mondo. A destra è una tragedia perché si vogliono salvaguardare gli italiani. Ma gli italiani reputano che un figlio basti e avanzi per la felicità della famiglia”. Che suggerimento darebbe al presidente del Consiglio? “Per far fare più figli servono i poveri, non i ricchi. I popoli ricchi con molti figli non si sono mai visti. Al sud poverissimo se ne facevano tantissimi. Il mondo per avere equità demografica deve accogliere”, risponde De Masi. 

    “Io reputo che tutto il mondo sia fatto di fratelli, la Meloni reputa siano solo gli italiani i fratelli perché destra e sinistra vogliono cose diverse. Io non sono stato preso in contropiede dalla Meloni – conclude il sociologo – Sono uno di sinistra che studia la destra da molti anni. E posso dire che non ci sono imprevisti. Non mi meraviglio infatti della destra che fa politiche di destra, ma pretendo che se la sinistra andrà al governo faccia cose di sinistra non di destra, come ha fatto invece con le privatizzazioni”. (di Roberta Lanzara)