Un no “incomprensibile” e “inaspettato” e uno scontro di cui, al momento, non si vede la soluzione: “Non abbiamo segnali”. Alan Ferrari, vicepresidente dei senatori Pd e membro della commissione Bilancio di Palazzo Madama, parla così all’Adnkronos del corto circuito in atto sulla scelta del relatore della manovra che vede Pd e M5S su fronti contrapposti dopo il no dei grillini alla proposta su Errani di Leu, già “avanzata informalmente” senza che fossero posti particolari problemi. Una fibrillazione già ai nastri di partenza sui lavori della manovra che fa dire a Ferrari: “C’è preoccupazione”. E anche un po’ di rammarico: “Da senatore del centrosinistra sarei un po’ dispiaciuto se i 5 Stelle non si considerassero dentro una scelta comune”.
Senatore Ferrari, il presidente della Bilancio, Pesco dei 5 Stelle, propone tre relatori (uno di centrosinistra, uno di centrodestra e uno M5S). Perché il Pd dice no? “Anche alla luce dei voti di ieri al Senato e la confusione che c’è stata in aula su alcuni passaggi, credo serva la massima responsabilità di tutti che qui si traduce nel consentire che i lavori sulla legge bilancio partano nel modo più ordinato ed efficace possibile”.
“E perché questo sia possibile occorre scegliere dei relatori che siano di massima rappresentanza e di esperienza. Questo lo ottieni con una combinazione di due relatori e non con uno per ogni forza politica. Altrimenti noi proponiamo il nostro Manca e Iv il suo e poi Forza Italia… Avere due relatori è la forma che ci consente di lavorare bene e rispondere a una sintesi: uno espresso dal centrosinistra con M5S e uno dal centrodestra”.
Oggi i 5 Stelle smentiscono il senatore dem Zanda, dicono che nessuno ha mai garantito che il relatore sarebbe stato Errani. Quindi non c’era già nessun accordo? “La proposta Errani era stata fatta informalmente nei colloqui tra le forze di centrosinistra e i 5 Stelle. Una proposta che teneva conto del fatto che Errani è innanzitutto una personalità di grande autorevolezza ed inoltre, visto la scorsa legge di bilancio i relatori sono stati Stefano del Pd e Accoto dei 5 Stelle, era ragionevole pensare a una figura che potesse garantire tutti nel centrosinistra e nei 5 Stelle”.
Ma i 5 Stelle vogliono un loro relatore, si sentono sottorappresentati? “Il presidente della commissione Bilancio, Pesco, è M5S e non esiste un momento di lavoro sulla manovra in cui con il governo e i relatori non ci sia anche il presidente della commissione Bilancio”. Lo schema attorno a cui si è lavorato, osserva Ferrari, “mi sembra sia una rappresentazione molto efficace della eterogeneità della maggioranza. Devo dire che davamo per scontato che nei 5 Stelle valutando la figura di cui avevamo discusso, Errani appunto, non si ponessero problemi. Si predica bene e si razzola male…”.
Ma cosa sta succedendo? Come vi spiegate questo irrigidimento, c’entra a storia delle nomine Rai o altro? “Non mi do alcuna spiegazione, lascio aperta la domanda. Pesco si è riservato di fare un’ulteriore valutazione ma da senatore del centrosinistra sarei un po’ dispiaciuto se i 5 Stelle non si considerassero dentro una scelta comune. Anche perché pure Italia Viva e Autonomie sono sulla proposta Errani”.
Voi per Errani e M5S dice no, la prossima settimana vi rivedrete per decidere il relatore e come la risolvete? “Non lo so, al momento -dice il dem Ferrari- non ci sono segnali dai 5 Stelle. Valuteranno loro. Io confido tengano conto di tutto il lavoro che abbiamo fatto insieme. La nostra non è una provocazione né il modo di non considerare che nei 5 Stelle ci sono persone di valore visto che molti di loro sono stati relatori”.
I voti di ieri al Senato con il governo che va sotto, questo scontro interno al campo del centrosinistra sul relatore… C’è preoccupazione per l’iter di questa legge di bilancio? “Francamente sì, c’è preoccupazione e questa preoccupazione va levata dal tavolo immediatamente. Non è che noi facciamo la legge di bilancio per un esercizio parlamentare ma per aiutare e consolidare la crescita del Paese e non possiamo permetterci di produrre passi indietro. Se in Parlamento ci saranno molti pasticci, il Parlamento dimostrerà di non essere in linea con i bisogni del Paese”.