Non si placano le tensioni in seno all’Esecutivo del premier Conte per via delle questioni ancora aperte relative alla manovra da una parte, e alla autonomia dall’altra. Quello che è emerso, a fronte della nuova fumata a dir poco nera proprio sulla questione autonomie, è una discrepanza tra le parti.
Ma cosa sta succedendo e a che cosa si va incontro in queste ore delicate di tensioni e freddezze tra le due anime del governo? E’ presto detto.
Dunque non va a buon fine il discorso sull’autonomia regionale, e giocoforza sarà necessario un nuovo vertice giovedì. Continua pertanto a respirarsi un clima teso tra Salvini, che vuole una spinta in tal senso, e il gruppo di lavoro che fa capo al premier Conte: la manovra si fa nelle sedi istituzionali, afferma il premier. E il gelo si respira in modo netto.
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Da una parte la Manovra, dall’altra le Autonomie, e sullo sfondo, poi, ancora i migranti. Certo non sono ore semplici, se mai ce ne sono all’interno di un Esecutivo di un qualunque paese, quelle che sta vivendo la maggioranza guidata da Giuseppe Conte.
Sono particolarmente intense per il momento le distanze su alcuni punti programmatici focali tra M5S e Lega soprattutto in vista del noto 20 luglio: lo si ricorda, è questo il giorno entro cui si chiude la finestra elettorale di settembre, che rappresenta una sorta di sbarramento gestionale tra le parti.
Da più fronti, emerge una netta distanza tra le intenzioni dei due principali leader politici. Matteo Salvini sembra intenzionato a non voler cambiare in alcun modo rotta e la strada intrapresa è quella di giocare sulle pressioni per ‘forzare’ l’alleato a smussare gli angoli ed a rafforzare la propria posizione egemone sui temi in questione.
Dalla parte opposta c’è Luigi Di Maio, e in particolare il premier Giuseppe Conte. Per il quale sembra importante mantenere il punto. Specie sulla manovra. Su questo piano la diatriba è aperta a dir poco.
Tra il leader della Lega e il premier su questo fronte c’è freddezza. Salvini parla di un incontro con i principali operatori economici del Paese, inducendo a riflettere circa un nuovo sforzo in favore di una accelerata sulla questione della Flat tax.
Ma dal fronte opposto, la replica di Conte ha certificato la distanza tra i due. “La manovra si fa nelle sedi istituzionali con il premier e tutti i ministri”, pare che abbia detto, stando a fonti di maggioranza, il premier. Fonti per le quali Conte abbia voluto dare un segnale al vicepremier. Parlando di “sgrammaticature istituzionali”.
Aggiornamento ore 09.10
Da parte sua Salvini non frena. “Sono il vicepremier, farò l’incontro”, dichiara il ministro in TV. Ma a parte la manovra, come detto, il tema bollente a Palazzo Chigi, è anche quello del flop della riunione fiume sulle Autonomie.
Benché emerga come sul tema M5S e Lega stiano dialogando, le tempistiche sono particolarmente diluite, in tal senso. “Ci sono passi avanti, si procede a oltranza”, dichiara ad esempio il ministro per gli Affari Regionali.
“Si deve fare ma si deve fare bene”, rallenta invece Di Maio intanto che la Lega avanza in pressing. Giovedì nel Cdm che dovrebbe tenersi in mattinata è possibile che Salvini punti ad una spinta formale sulla nomina del nuovo ministro Affari Ue. Così come sul decreto sicurezza bis su cui il rischio procrastinazione è elevato.
E sullo sfondo, resta la Flat tax, che Salvini ha promesso agli italiani e su cui non vuol transigere. “Sono sempre stato convinto che l’imposizione fiscale vada riequilibrata riducendo la fiscalità diretta a favore delle imposte indirette”, ha detto intanto Tria da Bruxelles, accennando ai rischi di aumento l’Iva.
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