(Adnkronos) – “E’ stata la grande occasione persa, per la politica e l’economica italiana, per via della saldatura tra i pubblici ministeri di Milano e il Partito comunista. Se fossero andati veramente avanti, l’Italia sarebbe stata migliore e non ci sarebbe stata questa cappa di condizionamento della magistratura nei confronti della politica, e viceversa”. Così all’Adnkronos, a 30 anni da ‘Mani Pulite’, Luigi Bisignani, coinvolto per finanziamento illecito nel processo Enimont. “Se la magistratura milanese, che quando ha voluto ha trovato qualsiasi cosa, fosse andata avanti nell’inchiesta sul Pci – spiega Bisignani – ci sarebbe stata una ripulitura generale, un’amnistia generale e si ricominciava da capo”.
Su un punto Bisignani non ha dubbi. “Mani Pulite – osserva – non è servita assolutamente a nulla dal punto di vista della corruzione, che è endemica nel sistema italiano perché ci sono talmente tante leggi che per riuscire a portare avanti un’impresa o anche solo ad aprire una finestra, bisogna aggirarle perché il sistema burocratico italiano non consente una via lineare nei rapporti con la pubblica amministrazione. E una sciocchezza affermare che Mani Pulite sia stata una boccata d’ossigeno in un Paese corrotto. Mani Pulite, se mai, è stato l’inizio dello strapotere dei pm sulla politica. Meno male che c’è, però, una magistratura giudicante che è molto più seria e molto più responsabile, mentre invece la spettacolarizzazione del ruolo dei pubblici ministeri ha portato a questo casino”.
Subito dopo Bisignani si sofferma sul suicidio di Raul Gardini, presidente del Gruppo Ferruzzi-Montedison, trovato morto nella sua abitazione a Milano. “Il suicidio di Gardini è lo specchio esatto dei due pesi e due misure utilizzati – osserva -, quello che hanno fatto contro Gardini e Ferruzzi non lo hanno certo fatto contro la Fiat e contro De Benedetti. E stato il clima di Mani Pulite ad uccidere Gardini. Lo hanno tenuto in attesa per 15 giorni dicendo che avrebbero dovuto interrogarlo e non lo hanno mai interrogato, portandolo all’esasperazione. Lui voleva farsi interrogare per portare i suoi elementi, ma hanno usato due pesi e due misure. In quel momento bisognava sacrificare la Ferruzzi”.
Infine, Bisignani chiosa: “Il miglior lascito di Mani Pulite è stato quello di avere il coraggio di andare a guardare all’interno di tutta la malversazione degli appalti, il peggiore è stato sicuramente la politicizzazione, tant’è che tanti magistrati poi sono finiti in parlamento”.