“La pandemia ha rappresentato sicuramente una grande sfida per il settore della formazione e dell’educazione”, ma “quello che è fondamentale ora è cogliere le incredibili potenzialità che la digitalizzazione ha portato e può ancora portare al settore, attraverso la formazione a distanza e formule ibride fisico/virtuale, che consentano ai giovani e ai professionisti di continuare a formarsi senza perdere occasioni di networking e di incontro”. Lo dice ad Adnkronos/Labitalia Manuel Mandelli, imprenditore molto noto nel settore Turismo (è ceo e Founder di The Fruit Plant e Bluepillow) e da poco nel Consiglio di Amministrazione della 24Ore Business School, di cui è stato nominato vice presidente Digital. Mandelli, piacentino, classe 1980, dovrà accelerare il processo di digitalizzazione della formazione, a partire dal rinnovo della piattaforma, con una maggiore offerta on-demand e in live streaming centrata sulle esigenze degli studenti e dei docenti. Con la pandemia, ricorda, “molte scuole, pubbliche e private, si sono trovate in difficoltà e hanno dovuto in molti casi fermare il proprio programma per riorganizzarsi e implementare velocemente un sistema di digitalizzazione della didattica, non sempre con ottimi risultati. Tuttavia dall’altro lato, abbiamo assistito a un proliferare e a un moltiplicarsi di piccole scuole di formazione online e a un sensibile aumento della domanda. Il lockdown e lo stop forzato delle proprie attività hanno spinto molti a lavorare sulle proprie competenze e passioni, frequentando corsi da remoto, per specializzarsi maggiormente per ripartire con una marcia in più”.
“Tutti devono cogliere l’onda del digitale”
“Penso che l’onda del digitale non sia da cogliere solo da parte delle scuole e corsi di formazione, -spiega l’esperto- ma anche da parte degli studenti e professionisti che hanno l’opportunità di dare più valore al proprio tempo”. E precisa: “La possibilità di seguire i corsi on-demand, le lezioni registrate, poter mettere in pausa o tornare indietro su passaggi poco chiari è un elemento che arricchisce la qualità della formazione e la gestione del tempo, rendendo la propria esperienza formativa più performante. La digitalizzazione rappresenta una grande opportunità di democratizzazione della formazione, nonché di riqualificazione del tempo delle persone e quindi di semplificazione della strada che porta alla realizzazione dei proprio obiettivi professionali e personali. Tutto ciò chiaramente accompagnato dalla possibilità di seguire lezioni frontali in live-streaming o nelle aule quando c’è un “webinar”, una testimonianza, una lezione pratica. Come con il calcio per esempio: l’amichevole probabilmente scelgo di guardarla sul divano di casa, per il derby invece vado allo stadio”.
“Aziende cercano professionisti con mix competenze”
Tutto cambia velocemente, anche le professioni. E ora “i professionisti sono sempre più figure uniche nei loro percorsi e con competenze ad ampio spettro”. “Molto spesso -dice Mandelli ad Adnkronos/Labitalia- le aziende cercano profili che presentano un mix di competenze umanistiche e scientifiche. Sicuramente le aziende in questo periodo storico richiedono maggiormente profili con competenze digitali, in grado di cogliere i cambiamenti e le opportunità che la digital transformation offre”. “Abbiamo riscontrato, inoltre, un aumento di interesse per i master per esempio appartenenti al settore del Food Management e del settore Arte e Cinema. Può sembrare strano essendo settori che sono stati fermi per tanto tempo, ma non lo è così tanto se si pensa che si è scelto di investire nella formazione proprio in quegli ambiti che hanno la necessità di ripartire con una marcia in più”, osserva l’esperto di innovazione. “Dal nostro osservatorio di oltre 28 anni di formazione manageriale, abbiamo sviluppato una grande sensibilità sui cambiamenti del mondo del lavoro. Sono diverse le industry e le practice in cui organizziamo corsi e master e possiamo quindi analizzare i dati in nostro possesso per individuare i principali trend sul futuro del lavoro e delle professioni”, dice il vicepresidente di 24Ore Business School, prima scuola di formazione italiana nata nel 1993 per formare manager e professionisti, con un’offerta innovativa e differenziata per industry e aree tematiche. Nel 2017 il 49% della 24Ore Business School è stato acquisito da Palamon Capital Partners che ha poi esercitato l’anno successivo il diritto di acquisto di un ulteriore 2% del capitale, salendo al 51% e, infine, arrivando al controllo completo nel 2019. “Lo faremo in modo organico, -afferma Mandelli- il team che organizza i corsi è formato da oltre 40 persone, coordinate da Silvia Cannoni che è in questa azienda da oltre 26 anni e coordina una vera e propria redazione suddivisa per 12 tematiche. Ogni area ha una responsabile che coordina un team molto motivato, aiutato da 4 project manager e da un Cmo di prodotto”.
Si studiano trend e frontiere della formazione
C’è un gran lavoro dietro questi progetti formativi. “In questa area ogni giorno si studiano le frontiere della formazione, si individuano i trend, si lavora in collaborazione molto stretta con le aziende per formare i professionisti di cui hanno bisogno, si selezionano docenti sempre più bravi -elenca Mandelli- che hanno un approccio concreto e che provengono dal mondo del lavoro e delle professioni, si invitano personaggi famosi in aula, si coordinano i contenuti delle lezioni e si lavora con gli studenti, siano essi professionisti in fase di aggiornamento o giovani al primo ingresso nel mondo del lavoro”. “Una vera e propria rete composta da community incredibili di nuovi studenti, alumni, docenti, personaggi famosi e aziende. Un vero e proprio ecosistema che ha un potenziale incredibile grazie alla digitalizzazione. Un digitale che dovrà agevolare le relazioni e la circolazione delle informazioni all’interno e verso l’esterno, oltre che facilitare il lavoro e le capacità di ascolto e gestione di tutto questo incredibile potenziale. Sono abituato a lavorare con le startup e questa realtà ha lo stesso potenziale di una nuova azienda, ma con 28 anni di esperienza e di relazioni”, conclude Mandelli.
“Aggiornarsi sempre, digitale è in costante evoluzione”
Aziende, professionisti, dipendenti: tutti impegnati ad affrontare la sfida della digital transformation. Ma come prepararsi? “Penso che il segreto sia proprio investire in formazione”, dice Manuel Mandelli. “In un mondo in cui l’innovazione procede a ritmi sempre più serrati -osserva- è importante tenersi costantemente aggiornati e avere un approccio in ascolto costante. Il digitale non è qualcosa di compiuto, ma è sempre in costante evoluzione. L’unico modo che le aziende hanno per essere sempre aggiornati e in grado di sfruttare al meglio le opportunità che la digital transformation offre è non smettere di garantire ai propri dipendenti occasioni formative e di aggiornamento”. La formazione della 24Ore Business School “non è fatta di libri ma di persone che hanno un’elevata esperienza sul campo, in corso proprio mentre i master e i corsi si svolgono”, ricorda Mandelli. “Questo consente un aggiornamento eccezionale dei contenuti, fondamentale per un contesto in cui la digital transformation è un elemento così chiave. I contenuti insegnati in questo modo, quando li troverete nei libri saranno già molto più vecchi. Questo è l’enorme valore di questa scuola. Cogliere le sfide della digitalizzazione per far esprimere il potenziale di ognuno e l’incredibile opportunità che in questo particolare periodo storico proviene dalla Dichiarazione di Porto presentata dalla Commissione Europea a inizio maggio, nella quale si specifica un aumento di investimenti in materia di istruzione, formazione professionale, miglioramento del livello delle competenze e riqualificazione”.
Entro 2030 il 60% degli adulti sarà impegnato in corsi formativi
Entro il 2030 si assisterà a “una partecipazione di almeno il 60% degli adulti a corsi di formazione su base annuale” e quindi a una trasformazione del concetto stesso di studio, da attività giovanile necessaria per prepararsi al mondo del lavoro a predisposizione costante irrinunciabile lungo tutto l’arco della vita, in uno scenario lavorativo in continua evoluzione e sempre più competitivo”. Citando la Dichiarazione di Porto presentata dalla Commissione Europea a inizio maggio, Manuel Mandelli spiega ad Adnkronos/Labitalia come cambierà il concetto di formazione alla luce anche della digital trasformation. “Credo che, in questa fase, sia fondamentale ripartire dalla formazione per far ripartire il Paese ed è proprio questo infatti è il messaggio della nostra campagna Tv sociale, on air dal 30 maggio. Abbiamo scelto Roberto Mancini, Bebe Vio, Beatrice Venezi, Renzo Rosso e Oscar Farinetti, personalità che hanno fatto della propria vocazione il proprio lavoro e il proprio successo, come i portavoce di questo accorato appello. Li abbiamo scelti per la loro capacità di rappresentare l’Italia nel mondo in settori simbolo del nostro Paese, lo sport, la musica, la moda, il food, e per le loro doti manageriali e imprenditoriali”, aggiunge Mandelli. La 24Ore Business School registra circa 25 mila presenze annue tra giovani neolaureati, manager e professionisti. Duemila studenti all’anno vengono inseriti nel mondo del lavoro con tassi di conferma superiori al 95%. Si avvale di un corpo docenti formato da manager d’azienda, imprenditori, consulenti e giornalisti italiani e internazionali con esperienza diretta di settore, approccio pragmatico e business oriented. Nello specifico l’offerta comprende master Full Time per i neolaureati, master Part Time per figure più senior e professionisti, master Executive, per i manager, corsi Part Time Online, dedicati a chi già lavora o è comunque molto impegnato, professionisti e corsi in Self Education online, aperti a tutti. “Fortunatamente, nel 2020 il processo di digitalizzazione della 24Ore Business School era già in atto da tempo e questo ci ha consentito di non avere nessuna interruzione di servizio, trasferendo tutti i corsi e i master sulla nostra piattaforma proprietaria”, conclude Mandelli. (di Mariangela Pani)