(Adnkronos) – Un innovativo trattamento delle crisi epilettiche associate alla sindrome di Dravet ha ottenuto l’autorizzazione al rimborso in Italia. Il farmaco, fenfluramina, che negli studi registrativi ha dimostrato, rispetto al placebo, una riduzione della frequenza delle crisi convulsive, è indicato nel trattamento di questa rara e complessa forma di epilessia, in aggiunta ad altri farmaci anticrisi, per pazienti di età pari o superiore ai due anni. Lo comunica Ucb, azienda produttrice del farmaco, in una nota diffusa oggi.
La sindrome di Dravet è una encefalopatia epilettica rara, causata da una mutazione genetica, già nota come epilessia mioclonica severa dell’infanzia, che insorge, in genere, entro il primo anno di vita. Si caratterizzata per gravi e frequenti crisi convulsive prolungate – anche oltre un’ora di durata – scatenate tipicamente da variazioni anche minime della temperatura corporea. I soggetti con questa sindrome hanno spesso una resistenza ai farmaci antiepilettici, portando a una disponibilità limitata di opzioni di trattamento. La malattia causa anche gravi disturbi cognitivi, comportamentali e motori, che persistono fino all’età adulta. L’incidenza è stata stimata tra 1 ogni 20mila e 1 ogni 40mila persone ed è più comune nei maschi rispetto alle femmine (con un rapporto di 2 a 1).
Approvato nel luglio 2020 dall’Agenzia americana del farmaco (Fda, Food and drug administration) con un processo di revisione prioritaria e, nel gennaio 2021, dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema), fenfluramina, in precedenza, aveva ottenuto dall’Autorità statunitense la designazione di farmaco orfano e di Breakthrough Therapy.
Il dossier che ha portato al parere positivo delle autorità regolatorie ha incluso i risultati positivi di due studi randomizzati e controllati di Fase 3 (Studio 1 e Studio 2), insieme a un’analisi intermedia di uno studio di estensione a lungo termine, in corso e a marchio aperto, che ha coinvolto un totale di 330 pazienti con sindrome di Dravet. Questi studi hanno dimostrato che il trattamento additivo con fenfluramina ha fornito una riduzione altamente significativa dal punto di vista statistico e clinicamente significativa della frequenza delle crisi convulsive rispetto al placebo, ed è stato generalmente ben tollerato.
In uno degli studi (Studio 2), tutti i soggetti sono stati trattati con un regime di base che comprendeva lo stiripentolo, con un miglioramento significativo osservato per fenfluramina rispetto al placebo. Lo studio di estensione a lungo termine, in aperto, ha dimostrato un’efficacia duratura, con pazienti trattati per un massimo di tre anni con fenfluramina. Gli eventi avversi più comunemente riportati durante questi trial sono stati: diminuzione dell’appetito, diarrea, piressia, stanchezza, infezione delle vie respiratorie superiori, letargia, sonnolenza e bronchite. Nessun paziente ha sviluppato eventi avversi cardiovascolari.
“Ucb ha sviluppato una importante esperienza in epilessia ed è in costante ascolto delle problematiche e dei bisogni irrisolti dei pazienti – afferma Federico Chinni, amministratore delegato di Ucb Italia – Siamo convinti che sia necessario proseguire in questo costante percorso di innovazione su diversi fronti: scientifico, organizzativo, terapeutico e tecnologico, per continuare a migliorare gli standard di trattamento. Nei prossimi anni ci aspettano importanti sfide, come la ricerca nell’ambito di terapie geniche avanzate, con uno sguardo sempre rivolto verso sindromi più rare, ma non meno gravi (come quella di Dravet), per rispondere in modo sempre più mirato alla richiesta di un miglioramento della qualità della vita da parte dei pazienti”.