“Puntiamo sul Pnrr per eliminare le diseguaglianze che esistono a livello regionale per quanto riguarda l’assistenza e le cure. Oggi a seconda di dove si nasce e di dove ci si cura probabilmente cambia anche il tipo di assistenza che si riceve. Vogliamo che da oggi, grazie ai fondi che arriveranno per ridisegnare il nostro sistema sanitario, si possano eliminare le diseguaglianze per arrivare ad un’uniformità di cure”. Lo ha detto Antonella Celano, presidente dell’Associazione nazionale persone con malattie reumatologiche e rare (Apmarr), a margine del convegno organizzato dall’associazione dal titolo “L’assistenza territoriale integrata in reumatologia”, che si è tenuto a Roma, presso la sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.
“Per arrivare ad una diagnosi bisogna prima conoscere le patologie delle malattie reumatiche – ha aggiunto Celano – per questo oggi abbiamo lanciato una campagna di comunicazione. L’obiettivo è far comprendere le nostre difficoltà di movimento, le difficoltà delle articolazioni che non riescono a svolgere le attività della vita quotidiana. Abbiamo fatto tutto questo grazie a Lorenzo Marini che ha ideato un video spot che accompagnerà il nostro futuro e le nostre attività. Nello spot c’è la metafora di una corda che impedisce alle articolazioni di muoversi”.
In merito alle criticità dei pazienti, Celano ha aggiunto: “Il periodo pandemico ha evidenziato una serie di carenze territoriali per l’assistenza ai pazienti che soffrono di patologie reumatiche. Oggi chiediamo un’implementazione dei servizi territoriali e del percorso di cura per renderlo più agevole. L’informazione è fondamentale per permettere alle persone di riconoscere i sintomi che il corpo manda e per arrivare ad una diagnosi precoce. Quest’ultima infatti è un’arma formidabile per arrivare ad una cura precoce e appropriata che permetta alle persone di riprendere i propri tempi. Noi pazienti reumatici – ricorda – abbiamo infatti dei tempi lunghissimi, abbiamo una rigidità mattutina che a volte ci impedisce anche di arrivare puntuali sul posto di lavoro. Sono quindi necessarie un’assistenza territoriale che vada incontro ai pazienti e la possibilità di arrivare a servizi che siano ridisegnati sulle loro esigenze”, ha concluso la presidente Apmarr.