MAL DI VIVERE – LA FINE DI UN AMORE ANCORA AL CENTRO DI TRAGEDIE FAMILIARI: UCCIDE MOGLIE E FIGLIOLETTO E SI SPARA A TARANTO. OMICIDIO-SUICIDIO A PORDENONE

Un drammatico fenomeno che vanta numeri impressionanti. Il mal di vivere, l’incertezza economica o, semplicemente, un amore che non gira più, continuano ad occupare le cronache dei quotidiani per l’alto livello di folle disperazione che arma le fragili menti di comuni ed onesti padri di famiglia. Quello degli omicidi-suicidi in casa vanta numeri che fanno spavento. Tra ieri e stanotte altre morti assurde. Ieri a Taranto, il 50enne Luigi Alfarano (tra l’altro volontario dell’Ant, associazione nazionale tumori), non accettando la fine del suo matrimonio, dopo aver ucciso la moglie (Federica De Luca aveva 29 anni) con un colpo di pistola è fuggito nella loro casa di campagna. Qui, evidentemente in preda all’orrore, ha definitivamente abbandonato la ragione: prima ha sparato al figlio di soli 4 anni e poi si è suicidato. Un assurdo doppio omicidio-suicidio che ha gettato nello sconforto l’intera città. Un amore che finisce in silenzio. Per ‘alcuni’ un dolore oltraggioso da nascondere, da tenersi dentro per pudore o vergogna, fino ad alimentare fantasmi e demoni interiori. Anche in questo caso il tragico epilogo, come spesso accade, era per tutti impensabile. Siamo sempre meno abituati a parlare, a confidare i nostri malesseri. Ma queste sono disgrazie ‘trasversali’, che non guardano né all’aspetto sociale e né a quello anagrafico dei suoi disperati protagonisti. Oggi ad esempio, a Spilimbergo (Pordenone) sono stati trovati i corpi senza vita di due giovani. Anche qui sembra trattarsi di omicidio-suicidio. Lei dopo una lunga relazione aveva deciso di separarsi da lui. Come cambia la nostra società se, negli anni ’70, come cantava Battisti “che non si muore per amore è una gran bella verità”…

M.