“Mario Draghi è il primo della classe anche in politica. Lo sapevamo e ce lo ha confermato. Già da ragazzino vinceva tutto pur non essendo secchione ma ironico. Lui le idee ce le ha e anche la capacità di metterle in pratica: lo ha dimostrato anche con questa manovra finanzaria. Il problema è sempre lo stesso: perché faccia, c’è bisogno che le forze politiche presenti in Parlamento glielo permettano”. Così il conduttore Giancarlo Magalli commenta con l’Adnkronos l’operato del premier Mario Draghi, suo ex compagno di classe. E rimanendo sui temi di stretta attualità, il conduttore commenta anche il recente stop al Ddl Zan in Senato: “Quello che mi dispiace è che non sia passato per beghe di potere più che per il contenuto e questo non è onesto né giusto”.
Sul ‘caso Mietta’ a ‘Ballando con le Stelle’, Magalli è netto: “Premetto che sono un pro-Vax convinto, con due dosi già fatte e in attesa di terza dose e di vaccino antinfluenzale, ma in Rai come a Mediaset e in qualsiasi altro posto si può chiedere il Green pass ma non come è stato ottenuto. Il Green pass da tampone – dice – vale come quello da vaccino per la legge. Quindi la polemica non si capisce”.
Poi il racconto di un nuovo esordio, da lunedì primo novembre, con ‘Una parola di troppo’, game show tutto basato sulle parole della lingua italiana. “Con questo programma torno al mio amore: il quiz”. Magalli, autore di alcuni dei giochi più iconici della tv italiana (uno su tutti quello dei fagioli di ‘Pronto, Raffaella?’) non nasconde la felicità: “In una serie di sfide e giochi diversi, i concorrenti dovranno dimostrano che i genitori non hanno speso invano i soldi per farli studiare. E da quello che leggo sui social, dove grammatica, ortografia e punteggiatura sono sconosciute ai più, gli italiani hanno bisogno di un bel ripasso. Ma parliamo sempre di un gioco divertente e sorridente. Non mi sento il nuovo maestro Manzi: non sono un educatore”, dice il conduttore all’Adnkronos.
“Se si fa eccezione per i giochi del tutto particolari introdotti da Arbore a ‘L’altra domenica’, posso dire di avere introdotto io i giochi per tutti, nazionalpopolari, sulla tv italiana: allora bisognava trovare dei giochi a cui potessero partecipare tutti senza sentirsi ignoranti, così nacquero il gioco dei fagioli di Raffaella e quello dei colori. ‘Una parola di troppo’, invece, ti espone a qualche rischio, perché se le parole non le conosci non vai avanti”, sottolinea Magalli, per il quale questa stagione e davvero un nuovo inizio. “Vengo da 30 anni dello stesso programma, ‘I Fatti Vostri’, dove ho lasciato un pezzetto di cuore anche se la separazione è stata consensuale. Ma devo dire che cambiare mi ha fatto bene. I primi 10 anni di quel programma li ho alternati ad altra esperienze e sono stati i più belli. Poi però per 20 anni ho fatto sempre e solo quello con la diretta ogni mattina. Anche un lavoro come questo può diventare molto routinario. Adesso, invece, faccio il nuovo quiz, continuo il doppiaggio del ‘Collegio’ e mi preparo ad entrare da vescovo nel cast di ‘Don Matteo'”, sottolinea il conduttore che anni fa raccontò come all’inizio della serie fosse stato preso in considerazione per il ruolo del protagonista che poi andò a Terence Hill. “A volte ritornano”, scherza Magalli, che sarà il consigliere di Don Massimo, il personaggio interpretato da Raoul Bova che prenderà il testimone di Don Matteo.
Magalli confessa di aver gradito parecchio la visita dell’ad Rai, Carlo Fuortes: “L’altro giorno è venuto a salutarci in studio. Mi ha fatto piacere. Non tutti l’hanno fatto. Mi sembra abbia le idee chiare. E d’altronde anche al Teatro dell’Opera aveva fatto molto bene. Speriamo che lo lascino fare e che diano alla Rai le risorse per non ricorrere ad altri tagli sul prodotto”, rileva Magalli.