Gramazio, candidato alla Pisana con lallora Popolo delle Libertà, telefona a Simone Foglio, eletto poi nelle liste del Pdl nellVIII municipio di Roma ed estraneo allinchiesta, e in attesa che questi risponda parla con una persona presente nella stanza: Finite le operazioni di voto i le urne vanno in alcune in alcune sedi dove vengono .. .inc nate, contate, tutto, non si tratta della classica operazione di di controllo delle schede inc quello cabbiamo ancora il tempo per fa degli inserimenti. La persona in attesa al telefono risponde, ma Gramazio, rivolto alla terza persona, aggiunge: ce provo, se stiamo in tempo la metto. Le parole di Gramazio sono prese sul serio al punto che i pm ipotizzano lutilizzo per fini illeciti delle schede elettorali che normalmente vengono stampate in maggior numero rispetto al numero degli elettori e scrivono alla Prefettura per avere lelenco delle tipografie romane incaricate dalla Zecca di Stato di stamparle. A un capo del telefono il 2o febbraio cè il solito Gramazio, allaltro cèMichele Baldi, capogruppo della lista Zingaretti in Regione, che non compare nella lista degli indagati. Oh, ma io mi aspettavo che tu mi mandassi un po de voti, visto che so stato a fortuna tua esordisce Baldi tu lo sai che io so stato a fortuna tua o no? . In virtù di questo presunto credito, Baldi avanza la sua richiesta: Io a te! non a papà , a te! te posso chiedere un favore da leale?. Alla risposta affermativa di Gramazio (certo che sì) il capogruppo di Zingaretti continuava: Glie dici alla tua rete di scrutatori de rispettamme?. Inequivocabile la risposta dellesponente Pdl: Cento per cento, stai tranquillo, certo che sì . Michele proseguiva: ma, ehmmm tu che sei un uomo donore perché veramente so che invece le voci non e quindi insomma ecco, se tu me fai rispettare te ne sono grato. E il futuro capogruppo di Forza Italia, eletto con oltre 18 mila voti, tornava ad assicurare: Assolutamente sì. Una conversazione ritenuta importante dagli inquirenti, al punto da rubricarla sotto il titolo Emergenze investigative nella richiesta inoltrata alla Procura: Dal momento che Luca Gramazio si sposterà in continuazione tra i seggi elettorali per seguire lesito delle consultazioni elettorali, ed allo scopo pertanto di monitorarlo nei suoi movimenti e negli incontri che effettuerà nel corso delle operazioni di scrutinio, si richiede lemissione di un decreto di intercettazione in via durgenza. Baldi è un monumento alla trasversalità politica. Così gli inquirenti lo descrivono nellordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere 37 persone: Eletto nel consiglio regionale del Lazio il 26/02/2013, ha militato prima in Alleanza Nazionale, poi in Forza Italia, fondando la civica Movimento per Roma. Approdato infine nel centrosinistra, primo nella lista che porta il nome di Zingaretti, eletto e capogruppo della stessa in consiglio regionale. Nel frattempo si è anche presentato alle elezioni comunali nel 2008 con la lista Per Roma Baldi sindaco che conquistava lo 0,8% e alle Regionali del 2010 con la lista Movimento per Roma e per il Lazio, presidente Baldi. Una corsa segnata da un inconveniente: agli inizi di marzo circa 1.400 firme false, alcune anche corrispondenti a persone decedute, a sostegno della presentazione della lista elettorale collegata a Baldi vennero scoperte dalla Digos di Latina. Il capogruppo Pd compare anche in un altro capitolo dellinchiesta su Mafia Capitale. Baldi viene tirato in ballo da Giovanni Quarzo, indagato per associazione mafiosa, che domanda a Fabrizio Testa se Baldi fosse in grado di controllare Cosimo Dinoi nel gruppo misto durante le manovre che portarono Quarzo a diventare presidente della Commissione Trasparenza del Comune di Roma.
Ora la posizione di Gramazio junior si aggrava: accusato di associazione di tipo mafioso, corruzione aggravata e illecito finanziamento, il consigliere regionale di FI compare anche nel capitolo che riguarda i reati in materia elettorale al fine di incidere sul risultato delle elezioni. La memoria corre ad un fatto strano che accadde proprio nei giorni delle ultime Regionali, quando una nota urgente inviata dagli inquirenti al pm Paolo Ielo segnalava il pericolo che le schede regolarmente compilate dagli elettori venissero sostituite con altre evidentemente preconfezionate. Il 24 febbraio gli scrutatori del seggio 608 di Roma si accorsero che mancava uno scatolone con 550 schedee chiesero che venissero sostituite.