“Quello che sta emergendo a Roma e’ sconvolgente. Doloroso e sconvolgente”. Lo dichiara Goffredo Bettini, eurodeputato e membro della Direzione Nazionale del Pd, che chiede al suo partito di cambiare radicalmente, “altrimenti per tutti si determinerebbe una vera e propria impraticabilità di campo”. “Doloroso”, spiega Bettini in una nota, soprattutto per un partito come il Pd, che si fonda su una classe dirigente che ha garantito dopo il ’92 e dopo tangentopoli lunghissimi anni di buon governo e di onestà, con Rutelli e Veltroni e che ha determinato con Marino una netta discontinuità rispetto al governo di Alemanno”. Per Bettini, “sulle singole responsabilità deve continuare aindagare la magistratura verso la quale non si può che avere un sentimento di gratitudine per avere scoperchiato un sistema infetto e corrotto e che e’ guidata da personalita’ di provata esperienza, serietà ed equilibrio. Nel rispetto del principio di presunta innocenza degli indagati, gli accertamenti e le indagini, debbono dunque procedere, con il pieno sostegno del Pd. Accanto, tuttavia, al lavoro degli inquirenti, la politica deve fare ciò gli compete e che non ha fatto. Il malaffare si diffonde più facilmente quando i partiti perdono il senso di un progetto per il bene comune e diventano macchine senza principi, popolate da correnti, cordate, gruppi di potere che si alleano e si combattono senza alcuna motivazione politica. Anche il PD deve cambiare radicalmente. Non è una mia idea fissa che ripeto da anni, ma una esigenza democratica quella di costruire un partito delle persone, in grado dal basso di controllare,discutere e decidere tutte le scelte, in trasparenza e liberta’. Insomma un nuovo Pd, in grado di valorizzare le straordinarie energie che possiede. Altrimenti per tutti si determinerebbe una vera e propria impraticabilita’ di campo. L’inchiesta e le intercettazioni fanno emergere la cupola che mischiava insieme criminalità di matrice mafiosa, estremismo neofascista, così come colletti bianchi, imprenditori, politici e funzionari pubblici corrotti. Comprati con milioni di euro, tutto in modo bipartisan. Ecco cos’era e come funzionava il sistema del “Nero” ex Nar Carminati e del “Mondo di mezzo “Alcuni anni fa avevo scritto un libro noir dedicato al rapporto terroristi neri, affari e politica. La realta’ e’ andata ben oltre la fantasia del noir. Siamo di fronte ad una situazione esplosiva che cambia i rapporti tra i poteri in questa citta’, e questo grazie al lavoro prezioso della Procura e del suo capo”. Lo afferma Massimiliano Smeriglio, responsabile nazionale organizzazione di Sinistra ecologia Liberta’ e vicepresidente Regione Lazio. “Per anni a Roma – prosegue il videpresidente del Lazio – si e’ parlato dei lavavetri o di piccoli fatti e misteri di cronaca nera e si e’ invece negato in radice la presenza di organizzazioni criminali e del loro rapporto con la politica. Quello che piu’ colpisce dell’inchiesta e’ il reato associativo di stampo mafioso”. “Penso che ora per la politica – conclude Smeriglio – c’e’ un’opportunita’ per cambiare tutto, e anche per il sindaco Marino c’e’ ora un’opportunita’ per portare a termine quel processo di discontinuita’ dal quale era partito all’inizio del suo incarico”.Cecconi m5s ha guidato una delegazione di appartenenti al movimento, che ha chiesto di incontrare Pecoraro per chiedere lo scioglimento del Comune a seguito dell’inchiesta della Procura di Roma sui legami tra mafia, politica e affari. A chi gli chiedeva se il prefetto avesse categoricamente escluso l’ipotesi di scioglimento, il deputato M5S ha risposto: “assolutamente no, lui ha detto che pero’ bisogno di valutare, insieme al governo e al Ministero d dell’Interno, e quindi non e’ corretto dire che andra’ nella direzione dello scioglimento”. Comunque, ha continuato, “il prefetto ha preso atto della nostra richiesta, ma ci ha detto di aspettare e ci ha garantito che ci rinconvochera’ per darci un parere su quanto e’ scritto sull’ordinanza della Procura ella capitale. Lo scioglimento del Comune “sarebbe un provvedimenti che, se preso, andrebbe condiviso con molta attenzione – ha concluso Cecconi – perche’ parliamo della capitale d’Italia.