Caos Venezuela: Maduro si oppone con fermezza alle nuove presidenziali mentre dalla Spagna arriva il sì di Sanchez a Guaidò. Nel controverso caso del Venezuela, sempre più in bilico dal punto di vista politico, economico e (anche) militare, si registrano sempre più nuove prese di posizione da parte dei protagonisti. Da un lato i paesi favorevoli all’auto proclamato Guaidò; dall’altro invece ci sono i pro Maduro e lo stesso Maduro che, poi, si rifiuta di pensare alle Presidenziali.
Con ordine. Il premier spagnolo Pedro Sanchez dalla Moncloa esprime il riconoscimento di Juan Guaidò come presidente legittimo del Venezuela. Non è il primo leader mondiale che si schiera dunque contro Maduro e va in scia di una linea indicata dal presidente Trump a pochi minuti dalla autoproclamazione, avvenuta nei giorni scorsi, di Guaidò.
Intanto stanotte è scaduto l’ultimatum di otto giorni che la Spagna insieme a Germania, Gran Bretagna, Francia, Olanda, Portogallo e Austria, nei riguardi di Nicolas Maduro per indire nuove elezioni presidenziali. Ma dal Venezuela, Maduro dice con estrema fermezza “no” agli Stati Ue: non ci saranno nuove presidenziali e invece Donald Trump non toglie via la possibilità di un intervento militare nel Paese. Con Maduro stesso che ammonisce e avverte: “Fermati. Vuoi ripetere il Vietnam in America Latina?”
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro si rifiuta di accettare questo ultimatum imposto da sette Paesi europei. Non ci sta ad indire elezioni anticipate dopo l’auto proclamazione a capo di Stato da parte di Juan Guaidò. Il ’cartello’ guidato dagli Stati Ue, come Francia, Gran Bretagna e Spagna, aveva detto a Maduro di esprimersi entro domenica per le presidenziali. In caso contrario avrebbero riconosciuto il leader dell’opposizione come presidente ad interim. “Non cederò”, ha affermato Maduro e ora parte un nuovo match, col presidente venezuelano che ha minacciato appunto gli Stati uniti di “non intervenire nei nostri affari interni” per non “ripetere il Vietnam”.