Non si fa altro che parlare della qualità del cibo, con milioni di persone ossessionate dal cibo bio, ed altre terrorizzate dalla qualità dei cibi in vendita nei discount, nei quali sono costretti a servirsi a causa delle loro poche possibilità economiche. Se infatti gli alimenti più pregiati riportano sulle etichette le doverose componenti che ne decretano la qualità superiore, di contro, per quel che riguarda invece gli alimenti più commerciali ed economici, prevale il mistero. Nel carrello medio infatti andiamo ad accumulare alimenti di uso quotidiano (dai pelati la latte, dai salumi alle carne, passando per la frutta e verdura), spesso aventi etichette approssimative circa gli ingredienti ed i reali luoghi dorigine. Lo sottolinea la Coldiretti che, intelligentemente, dopo aver attentamente studiato rilevando tali (gravi) mancanze, attraverso la petizione #stopcibofalso ha avviato una raccolta firme esortare il Parlamento Europeo ad intervenire affinché i consumatori possano avere lopportunità in base a quanto riportato sulletichetta – di scegliere o meno il cibo da portare in tavola. E infatti bene sapere ad esempio, che due su tre prosciutti presenti nei banchi salumi della grande distribuzione, fato omesso dalletichetta, provengono da maiali allevati all’estero. Così come per tanti altri alimenti e bevande, il più delle volte solamente confezionate in Italia. Distribuita grazie allapporto della fondazione Campagna Amica, tra le tante iniziative in cantiere, la raccolta di firme rivolta a Bruxelles (laddove hanno avuto tanto da ridire sulla nostra mozzarella), sarà presente in ciascun farmers’ market d’Italia, e anche su web, sui siti www.coldiretti.it e www.campagnamica.it.
M.