“Vinta la guerra ora bisogna vincere la pace”. Un deputato riassume così il clima interno al Movimento 5 Stelle, 48 ore dopo l’annuncio dell’accordo tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte sul nuovo statuto e sulla rifondazione M5S. Ora è il momento di ragionare sui prossimi step che porteranno all’incoronazione dell’ex premier alla guida dei pentastellati. Circolano con insistenza le voci di un prossimo arrivo a Roma di Grillo, che potrebbe tornare nella Capitale per fare il punto con i suoi legali e limare gli ultimi dettagli insieme a Conte: rumors che al momento, però, non trovano riscontri. Fonti vicine all’ex inquilino di Palazzo Chigi escludono l’ipotesi che il garante del Movimento possa calare a Roma nella giornata di domani, e anche persone vicine a Grillo smentiscono l’indiscrezione: “Ma si sa, Beppe è sempre un po’ imprevedibile…”.
L’intesa raggiunta tra Grillo e Conte (grazie alla faticosa mediazione dei 7 ‘saggi’) prevede una suddivisione dei ruoli che consentirà al futuro capo politico – anzi, “presidente” – del Movimento di mantenere salde le redini l’azione politica del M5S. Conte avrà mani libere anche sulla comunicazione e sulla scelta dei componenti dei nuovi organi: dalla ‘segreteria’ al centro studi, passando per l’organo che dovrà gestire i rapporti con il territorio. Il presidente sarà affiancato da due o tre vice di stretta fiducia. Grillo preserverà le sue funzioni di garante e di custode dei valori dell’azione politica del M5S: il comico potrà inoltre continuare a designare i membri del comitato di garanzia e del collegio dei probiviri, esattamente come accade oggi.
Per quanto riguarda la road map, nei prossimi giorni si attende la pubblicazione dello statuto sul nuovo sito del Movimento, dopodiché sarà concesso un periodo di tempo agli iscritti per presentare le loro osservazioni. Infine, il voto sullo statuto e sulla leadership di Conte: “Difficile accorpare queste due votazioni dal punto di vista tecnico-giuridico”, osservano fonti beninformate parlando con l’Adnkronos.
In attesa che nelle prossime settimane venga ultimato il percorso rifondativo del M5S, restano vari nodi interni da sciogliere. Su tutti, quello della giustizia. L’assemblea di domenica scorsa ha restituito la fotografia di un Movimento spaccato e i fedelissimi di Conte – che non hanno digerito il testo partorito dalla guardasigilli Marta Cartabia – sono pronti alle barricate sulla prescrizione.
Altro tema delicato è rappresentato dalle prossime amministrative: il M5S è chiamato a una corsa contro il tempo per certificare le liste sui territori. In Calabria sarà la scienziata Amalia Bruni la nuova candidata della coalizione di centrosinistra alle regionali, ma anche in questo caso si registrano frizioni tra i grillini: i ‘portavoce’ Alessandro Melicchio e Giuseppe Giorno hanno annunciato il loro passo indietro dal coordinamento della prossima competizione elettorale in Calabria, passando la palla ai colleghi Riccardo Tucci e Massimo Misiti, ai quali viene contestato di aver creato una ‘fazione’ parallela interessata a dialogare solo col Pd.
Fibrillazioni anche a Salerno, dove i grillini si spaccano: gli attivisti del meet-up locale hanno annunciato che alle comunali correranno da soli con la lista “Attivisti per Salerno”, con un candidato sindaco indipendente. Una situazione che potrebbe verificarsi anche in altre città, visto il malcontento della base grillina.