Giuseppe Conte arriva a Napoli per partecipare alla presentazione dei candidati M5S alle prossime comunali. E proprio dal capoluogo partenopeo parte la prima offensiva legale contro il voto che lo ha eletto leader del Movimento 5 Stelle. E’ in dirittura d’arrivo, infatti, la notifica del ricorso giudiziario per l’annullamento del nuovo statuto redatto dal giurista di Volturara Appula. Un gruppo di attivisti della prima ora ha impugnato, oltre allo statuto, anche la votazione con cui Conte è stato incoronato presidente dei 5 Stelle. “Sono sette gli articolati motivi di illegittimità, non solo procedurali, che verranno illustrati nei prossimi giorni in conferenza stampa”, annunciano all’Adnkronos i promotori del ricorso, spiegando che l’iniziativa nasce “a seguito della deriva verticistica che ha portato ad accantonare le regole e i principi fondanti del M5S, con conseguente sospensione della democrazia interna”.
Il ricorso sarà presentato a Napoli e vede come promotori alcuni attivisti storici che si sono rivolti all’avvocato Lorenzo Borrè, ma coinvolge anche militanti provenienti da diverse parti d’Italia, i quali hanno lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma Gofoundme intitolata “Attivisti Vs dirigenti del M5S”, una sorta di “Scudo della rete” – richiamando ad una delle funzioni della piattaforma Rousseau – per le spese legali.
A sostegno dell’impugnazione i ricorrenti lamentano, tra l’altro: “il mancato raggiungimento del quorum della ‘metà degli iscritti’ per l’approvazione del nuovo statuto – avendo Crimi ritenuto bastevole la partecipazione alla votazione della ‘metà degli aventi diritto al voto'”; la “non iscrizione di Conte al M5S”, confermata dal fatto che – come affermano i ricorrenti – “il 17 luglio 2021 (lo stesso giorno in cui ha indetto le votazioni per l’approvazione del nuovo statuto)” il reggente grillino Vito Crimi avrebbe chiesto all’Associazione Rousseau di “effettuare l’iscrizione di Giuseppe Conte al Movimento 5 Stelle, adempimento non ottemperato da detta Associazione”.
Gli attivisti contestano anche: “la nullità della clausola statutaria che prevedeva l’eleggibilità del solo Conte” e “l’esclusione dal diritto di voto degli iscritti da meno di sei mesi”; “la pubblicazione della convocazione su una piattaforma ignota alla maggioranza degli iscritti”, tant’è che, sostengono gli attivisti parlando con l’Adnkronos, “dai piani alti del partito fu chiesto all’Associazione Rousseau di pubblicare sulla propria piattaforma un avviso di trasloco del sito all’indirizzo .eu”.
(di Antonio Atte)