La partita è ancora lunga, ma “rispetto a ieri sembra esserci qualche schiarita in più”. A metà tra l’analisi politica e la meteorologia, fonti del Movimento 5 Stelle, dopo lo strappo tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte sul nuovo statuto del M5S, scorgono un piccolo, piccolissimo spiraglio nella trattativa che vede protagonisti il garante pentastellato e l’ex presidente del Consiglio. Un susseguirsi di rumors e di suggestioni, in questa pazza estate grillina, che però non trovano riscontro in ambienti vicini a Conte: per ora non si registrano novità o passi avanti, viene spiegato. In buona sostanza, l’avvocato di Volturara Appula, deluso dalle parole del comico genovese, sarebbe intenzionato a confermare il suo addio alla leadership del Movimento.
La prossima settimana Conte spiegherà le sue ragioni in una conferenza stampa, probabilmente già lunedì. Ma l’attività dei pontieri prosegue senza sosta: tentativi quasi disperati, che potrebbero concludersi con un nulla di fatto. Il senatore pugliese Mario Turco, ex sottosegretario a Palazzo Chigi e uno dei parlamentari più vicini a Conte, spera ancora nel dialogo e non ne fa mistero: “Ci sono interlocuzioni in atto, auspico che nelle prossime ore, entro la settimana prossima, si chiuda la trattativa. Confido in un avvicinamento agli obiettivi da parte di Conte e da parte di Grillo”, dice Turco all’Adnkronos. Ma l’ex premier pretende come ‘conditio sine qua non’ ampi poteri da capo politico: “Conte ha fatto una proposta”, prosegue Turco, “e su quella proposta c’è una discussione. Questi obiettivi devono comportare cambiamenti radicali rispetto al passato, altrimenti è solo un restyling di facciata”.
Ma intanto, nei conciliaboli di queste ore all’interno delle truppe parlamentari ‘contiane’ è già partito il processo contro Grillo, additato come colpevole dello stallo dai fedelissimi dell’ex premier. “Beppe ha inanellato una serie clamorosa di errori, ed è il pensiero di molto qui a Palazzo Madama”, si sfoga una senatrice: “Da Draghi ‘grillino’ alla scelta di Cingolani come ministro della Transizione ecologica, passando per quel video in difesa del figlio Ciro, le sbandate di Beppe ormai cominciano a essere troppe…”. Si vocifera addirittura di un documento, che diversi gruppi di ‘portavoce’ locali starebbero preparando con lo scopo di manifestare nei confronti dell”Elevato’ delusione e sconcerto per la situazione venutasi a creare.
Sullo sfondo resta l’ipotesi di un partito di Conte, qualora la frattura con Grillo fosse destinata a non ricomporsi più. “E’ chiaro – ragiona la stessa ‘gola profonda’ di Palazzo Madama – che molti di noi sceglierebbero di andare con Giuseppe”. Insomma, il rischio scissione è molto concreto. Anche perché l’ex premier rimane un punto di riferimento attrattivo. Lo conferma il sondaggista di Emg Acqua Fabrizio Masia, che nei mesi scorsi ha già avuto modo di testare le potenzialità di un ipotetico partito di Conte attribuendogli circa il 15%.
L’ex premier, spiega Masia all’Adnkronos, “può ridimensionare fortemente il consenso del M5S portandolo sotto il 10%, e di molto. E potrebbe diventare la quarta forza politica del paese dopo Lega, Fratelli d’Italia e Pd”. L’esperto si spinge oltre: “Non escludo che possa diventare addirittura la terza forza politica. Se il Pd oggi vale il 18%, Conte potrebbe erodere consenso e ridimensionarlo. Tutto nasce dalla sua capacità ecumenica e trasversale di intercettare vari segmenti di elettorato”.
Una eventuale scissione rappresenterebbe il colpo di grazia per il M5S, uno scenario da ‘disaster movie’ che i maggiorenti del Movimento vogliono a tutti i costi evitare. Sotto questa luce vanno lette le parole del ministro degli Esteri ed ex capo politico Luigi Di Maio, che oggi ancora una volta fa appello all’unità. “Il Movimento 5 Stelle – twitta il capo della Farnesina – è una splendida comunità. Insieme abbiamo affrontato diverse fasi, anche le più difficili e complicate, ma le abbiamo sempre superate usando testa e cuore. Il bene che tutti vogliamo al Movimento è il pilastro su cui fondare le nostre decisioni. Mettiamocela tutta”. (di Antonio Atte)