(Adnkronos) – “Assolutamente non cambia”, il simbolo del M5S resta lo stesso: “E’ fuori discussione” perché “non è mai stato messo in dubbio”. Dunque il cerchio rosso, la scritta MoVimento e la data 2050 in bella vista, deadline per un’Italia verde. Il nome di Giuseppe Conte non figurerà nel contrassegno. Almeno per Beppe Grillo. Fonti vicine al fondatore e garante assicurano all’Adnkronos che la questione logo non sarebbe nemmeno sul tavolo: “non se ne è mai parlato”. Ma a prescindere da questo, Grillo “non vuole personalismi”, l’unica eccezione risale agli albori del Movimento, quando nel marchio elettorale figurava la scritta ‘beppegrillo.it’ , ma erano altri tempi, quando il blog del comico genovese era l’unica finestra sul mondo 5 Stelle.
Che la questione non sia stata affrontata è verosimile. Perché fonti autorevoli del Movimento assicurano all’Adnkronos che Conte in realtà sia alle prese con questioni ben più scottanti. Ovvero a lavoro per sbrogliare il nodo ‘parlamentarie’, con Grillo fermo, granitico, su tutta la linea: no alla scelta dei capilista, no alle pluricandidature e dunque nessuna deroga al principio di territorialità. In sintesi, il fondatore vuole un replay delle vecchie ‘parlamentarie’, lasciando di fatto agli attivisti la stesure delle liste elettorali, composte dal basso attraverso il voto sulla piattaforma grillina. L’ex premier si batte invece per un sistema misto, che dia sì la parola alla Rete, ma consenta a lui quanto meno di mettere bocca sui capilista, per garantire i fedelissimi ma anche per evitare che un voto su Skyvote – a rischio correnti ‘dimaiane’- apra le porte del Parlamento a potenziali cavalli di Troia. La questione simbolo, dunque, resta al momento sullo sfondo. Anche se si tratta di una partita nient’affatto secondaria.
I parlamentari, ma anche nel quartiere generale di Campo Marzio, sono convinti che la scritta Conte nel simbolo finisca per rafforzarlo -d’accordo sondaggisti e addetti ai lavori-, strizzando l’occhio a quell’elettorato che non è attratto dal M5S ma sarebbe disposto a mettere una crocetta sul nome dell’ex premier. Ma per Grillo la questione non esiste: “Il simbolo resterà certamente quello che conosciamo”, ribadiscono con fermezza fonti vicine al garante.