“NON AVRAI ALTRO ‘PARTITO UNIPERSONALE’ ALL’INFUORI DI ME”. Esordisce così, a caratteri cubitali, Roberta Lombardi, assessora alla Regione Lazio e volto storico del M5S, in un post su Facebook in cui torna all’attacco di Beppe Grillo, dopo la decisione del garante di ‘mettere fuori’ Giuseppe Conte, dandogli il benservito. Su Facebook, Lombardi invita Grillo a invertire la rotta, altrimenti, minaccia, lascerà il Comitato di garanzia, di cui fa parte insieme a Vito Crimi e Giancarlo Cancelleri.
“Una nozione di psicologia spicciola – scrive Lombardi – ci insegna che spesso negli altri ci disturba ciò che coincide con aspetti nascosti di noi stessi di cui non siamo consapevoli – perché ce ne vergogniamo o semplicemente perché non li vediamo – ma che gli altri, come quando ci si guarda allo specchio, ci rimandano. Questo banale meccanismo spiega esattamente quanto sta avvenendo nel M5S in queste ore: un processo riorganizzativo interno, imposto dal Garante contro l’esito del percorso partecipato degli Stati Generali, che è stato lungo quattro mesi proprio per cercare di incorporare nella riorganizzazione quanto emerso dal documento di indirizzo finale, viene ora bloccato ed etichettato come un “partito unipersonale” proprio da chi, dietro il paravento della “democrazia diretta”, sta adottando un metodo padronale per cambiare il processo decisionale collettivo in atto e ha sempre avallato all’interno del M5S il perpetrarsi della “diarchia”, nelle sue diverse formule e composizioni di questi anni”.
“Una presa in giro – attacca ancora Lombardi – che offende l’intelligenza e l’onestà intellettuale di quanti stanno seguendo in queste ore il dibattito interno al M5S, mortifica l’impegno di tutti quegli attivisti e quei cittadini che hanno preso parte agli Stati Generali, svilisce il grande lavoro e sacrificio di Vito Crimi che ci ha portati fin qui, trasgredirebbe ogni buon senso con il ritorno al voto sulla piattaforma Rousseau che negli ultimi mesi da strumento informatico si è trasformato in soggetto politico che ha condotto un’OPA ostile al M5S, addirittura trattenendo illegittimamente i dati dei suoi iscritti, e depenna il leader in pectore, Giuseppe Conte, che per conto del M5S ha formato due governi e in rappresentanza di tutta l’Italia ha condotto, in piena pandemia, trattative internazionali come quella in Ue per i fondi del Recovery Fund e che ora avrebbe dovuto garantire la conclusione del percorso avviato con gli Stati Generali”.
“Come Comitato di Garanzia abbiamo sempre lavorato con equilibrio, imparzialità ed equidistanza per garantire i processi che lo statuto ci riservava di presidiare. Ma oggi non posso prestarmi a quest’operazione di imposizione dall’alto, di un dietrofront inspiegabile agli occhi delle persone normali che ci osservano e pretendono dal partito di maggioranza relativa in Parlamento ancora maggiore serietà, rispetto delle regole e buon senso. Ho sempre confidato nella capacità di dialogo e lungimiranza che anche nei momenti più bui della nostra storia ci ha sempre permesso di trovare la sintesi. Se stavolta non fosse possibile dovrò dare le mie dimissioni con effetto immediato da membro del Comitato di Garanzia e riconsiderare la mia permanenza nel M5S”, conclude durissima.