‘Brutti momenti’ per i deputati pentastellati i quali, con l’avvento delle Regionali, sono chiamati – come da ‘accordi’ – a contribuire economicamente alle campagne elettorali dei candidati M5s delle rispettive regioni di appartenenza.
Ma, a quanto pare, hanno riportato diverse agenzia di stampa, ‘l’obolo’ starebbe scatenando ripetuti e diffusi ‘mal di pancia’ nei deputati, chiamati a versare ciascuno ‘almeno’ 2.500 euro. Questo almeno quanto chiesto ai campani che, proprio stamane, sono stati sorpresi a lamentarsi ‘vivacemente’ fra i corridoi della Camera. Del resto non si scappa, è stato stabilito che per promuovere la candidata Valeria Ciarambino ad esempio, ciascun parlamentare campano dovrà sborsare le fatidiche 2.500. E fra di loro più di un deputato faceva notare la differenza tra ‘contributo volontario’ ed invece una sorta di ‘tassa’ anzi, come l’ha definita qualcuno di loro, una vera e propria “stangata”.
Premesso che gli stipendi sono quello che sono (magari ad averceli!), e proprio loro si sono battuti per privare i partiti dei contributi, dunque ora paghino!
Marche ‘salate’ per i parlamentari pentastellati
Ma come dicevamo c’è anche a chi può andare peggio. Nelle Marche ad esempio figurano soltanto 12 deputati M5s, dunque, in rapporto al minor numero di parlamentari, è anche possibile che ciascuno di loro sia costretto a versare ben più dei 2.500 euro imposti ai campani.
Altra questione al centro delle polemiche: le alleanze
Insomma in questi giorni nel M5s i ‘mal di pancia’ imperversano. Ma non sarebbero soltanto le ‘offerte’, quanto il discorso alleanze, soprattuto in seno alla maggioranza, a rendere queste imminenti elezioni una sorta di bolgia dantesca: mai stato così complicato prima d’ora.
Ad esempio attualmente è soltanto la Liguria, seppure con ripetute tensioni, ad essere riuscita a far ‘sposare’ M5s e Pd, per sostenere Ferruccio Sansa.
Attualmente la regione che sta dando più problemi è la Puglia, dove la candidata Antonella Laricchia continua a sottolineare che il M5S non farà “nessuna alleanza con Emiliano e Fitto”.
Insomma, tale è la confusione, che più di qualcuno sta pensando di delegare – ancora una volta –alla piattaforma Rousseau di farsi carico, attraverso il voto, della scelta. meno di eventuali alleanze.
Intanto l’assemblea M5s ‘perde la sua autorità’
In tutto questo poi, come già anticipato nei mesi scorsi, i senatori hanno modificato una norma interna allo statuto del Movimento, che conferiva maggiori poteri decisionali all’assemblea, questo significa che ora Vito Crimi, capo politico, non potrà non tenere conto all’eventuale ‘piega’ che andranno ad assumere i futuri eletti. Come ha infatti commentato in proposito il senatore Dessì, “Ci sarà la possibilità da parte del gruppo, o di singoli, di presentare mozioni e farle votare dall’assemblea, con un abbassamento del quorum”.
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Max