(Adnkronos) – “Sta esplodendo tutto, ma era abbastanza prevedibile”. Nel day after della scissione pentastellata, dopo lo strappo di Luigi Di Maio che con oltre sessanta eletti ha lasciato il M5S per fondare i nuovi gruppi ‘Insieme per il Futuro’, la socia di Rousseau Enrica Sabatini si mostra sorpresa: “Una scissione così tempestiva – racconta in un’intervista all’Adnkronos – non me l’aspettavo. Luigi ha sempre sentito un legame forte col Movimento, pensavo che in qualche modo combattesse maggiormente dall’interno”.
Secondo l’autrice del libro ‘Lady Rousseau’, compagna di Davide Casaleggio, “Luigi ha sfruttato le debolezze di Conte: ha giocato a scacchi e alla fine Conte è stato il pedone”. “Conte – spiega Sabatini – ha lavorato molto sui legami diretti, sulle persone fedeli più che leali. Luigi per metterlo in scacco ha utilizzato la strategia dei legami indiretti: ha preso tutte le persone che Conte lasciava fuori e le ha inserite nel suo circuito. Più Conte nominava persone escludendone altre, più Luigi ingrandiva la sua sfera di azione. Più Conte pensava di essere forte e più diventava debole”.
Nel suo discorso di commiato Di Maio ha detto ‘uno non vale l’altro’: è un capovolgimento dell”uno vale uno’ che ha fatto la storia del M5S? “Di Maio sta facendo un posizionamento del suo brand politico. Nel Movimento non c’è mai stata l’idea dell”uno vale l’altro’. Non è mai stato quello il tema. Lui vuole fare un’operazione per differenziarsi il più possibile dal Di Maio che è stato nel M5S: è un processo di accreditamento presso le istituzioni e un determinato sistema, al quale lui vuole dire ‘non sono più un problema ma sono parte integrante di questo sistema’”. “Secondo me – osserva Lady Rousseau – l’obiettivo di Luigi va oltre Insieme per il Futuro: credo che lui voglia arrivare alla Nato insieme a Draghi. Dopo che hai fatto il ministro, dopo che hai avuto così tanto potere dubito che poi tu voglia metterti a fare il deputato semplice o il presidente di una Commissione. Questa posizione così atlantista è troppo esplicita. Nelle sue conclusioni, che sono la parte più importante di un discorso, ieri Di Maio ha citato proprio Draghi”.
“PER CONTE DANNO ECONOMICO” – “Conte sconterà l’incapacità di un raccordo centro-periferia. Avrà un grosso problema perché moltissimi consiglieri regionali e comunali passeranno con Luigi. Proprio perché nel partito di Conte non c’è spazio per la periferia. Ha pensato che col suo ruolo di ex premier potesse costruire un’organizzazione ma il controllo non l’ha mai avuto e il primo errore è stato proprio tagliare Rousseau: così facendo ha tagliato i rapporti con quella periferia che ora Di Maio utilizza. In vista delle elezioni contano i voti sui territori, conta la gente che fa campagna elettorale” dice all’Adnkronos Enrica Sabatini. Il danno per il Movimento è stato “anche economico: Di Maio toglie a Conte forza in Parlamento, forza sui territori e in periferia, e gli toglie potere economico. Tutti gli asset di una organizzazione”.
Sul contenzioso economico tra M5S e Rousseau, Sabatini aggiunge: “Noi abbiamo fatto un sollecito e stiamo aspettando. Abbiamo scritto a Conte e al tesoriere”. In merito al ruolo di Beppe Grillo, l’autrice del libro ‘Lady Rousseau’ poi osserva: “Beppe sconta il fatto di non aver agito nel momento giusto. Se avesse fatto il voto per un organo collegiale, seguendo l’iter che bisognava seguire dopo gli Stati generali, si sarebbe creato un altro percorso della storia”.
Se Di Battista tornerà nel Movimento? “Penso che Alessandro abbia trovato il suo modo di fare politica attraverso il suo lavoro. Metterà se stesso in questa attività che lo appassiona. Non credo che lui voglia tornare nelle istituzioni, del resto ha una grande influenza anche fuori dalle istituzioni”, dice Sabatini.
Sui progetti futuri di Rousseau, Sabatini poi aggiunge: “Stiamo studiando, stiamo facendo un’analisi delle nuove prospettive politiche. Nel 2005 Gianroberto Casaleggio immaginò l’idea di movimento al posto di quella di partito. Oggi l’idea di movimento, così come la immaginiamo, è superata. Dovremo intercettare alcune esigenze che i referendum hanno già mostrato. Le persone vogliono dedicarsi a singole battaglie e fanno fatica a identificarsi con un movimento o un partito. Questa è l’epoca delle piattaforme, non a caso si parla di ‘platform society’. Oggi il potere del cambiamento è fuori dalle istituzioni”. (di Antonio Atte)