(Adnkronos) – Si alza il livello dello scontro all’interno del Movimento 5 Stelle tra contiani e dimaiani. La partita del Quirinale ha lasciato scorie pesanti, alimentate dalle dichiarazioni delle ultime ore. Interpellato dai cronisti all’uscita della sua abitazione romana, il leader pentastellato Giuseppe Conte replica al ministro degli Esteri Luigi Di Maio sulla necessità di una “riflessione interna”, chiesta a gran voce dal titolare della Farnesina dopo il ‘naufragio’ dell’ipotesi Belloni e la rielezione di Sergio Mattarella: “L’ho detto prima io, a dire il vero. Lui ha risposto a me, quindi il chiarimento ci sarà senz’altro. Di Maio in particolare avrà la possibilità di chiarire il suo operato e la sua agenda, se era condivisa o meno”. Di Maio ha parlato di “fallimento” di alcune leadership, ma Conte ribatte che l’ex capo politico grillino “era in cabina di regia, come ministro l’ho fatto partecipare. Chiarirà i suoi comportamenti, ma non a Conte, agli iscritti”.
Parole che rimbalzano all’impazzata nelle chat dei ‘dimaiani’, nelle quali circola anche una sorta di contro-narrazione sul caso Elisabetta Belloni, la direttrice del Dis finita nel toto-nomi quirinalizio e sulla quale, nelle ultime ore della febbrile trattativa tra i partiti, si stava per raggiungere l’intesa finale, poi naufragata a causa dei veti incrociati. Il messaggio veicolato da alcuni parlamentari ‘dimaiani’, visionato dall’Adnkronos, promette di spiegare “la verità sul caso Belloni”. Nel testo vengono messe in fila “tutte le dichiarazioni delle forze politiche dopo che Salvini ha fatto capire che il nome era quello della Belloni”.
La crono-storia del caso Belloni ripercorre la serata del 28 novembre e parte dalle due dichiarazioni Salvini e Conte sulla possibilità di una “presidente donna” (la prima alle 20.16, la seconda delle 20.18). “A questo punto – si legge ancora – i partiti di maggioranza iniziano la batteria contro la Belloni”: seguono le dichiarazioni di Marcucci (Pd), Renzi (Iv), Forza Italia, Leu, Coraggio Italia, Sinistra Italia-Europa Verde. “Alle 21.34 esce Grillo su richiesta di Conte” a sostegno del nome di Belloni, viene sottolineato nello stesso testo. Ma i no alla numero uno del Dis non si fermano. “Dopo che tutti hanno bruciato il nome di Elisabetta Belloni, è uscito Di Maio per difenderla”, rimarcano i ‘dimaiani’. Sono le 22.21 e la candidatura di Belloni sembra ormai quasi definitivamente naufragata.
Nel M5S la battaglia è iniziata. E si parla di resa dei conti ormai prossima, se non addirittura di scissione. Duro il giudizio del deputato dimaiano Gianluca Vacca a proposito della strategia adottata dal Movimento nel test quirinalizio: “Evidentemente qualcosa non ha funzionato dal punto di vista strategico. Innanzitutto andrebbe convocata una vera assemblea, Conte deve rispondere alle nostre domande. Credo che il muro contro muro non serva a nulla, serve un chiarimento trasparente. La nostra strategia è stata deficitaria nella partita del Quirinale”, dice all’Adnkronos Vacca. E a chi gli chiede di un possibile congresso, risponde: “Un’assemblea non basterà, serve sicuramente un chiarimento ampio su tutte le dinamiche degli ultimi giorni e in generale sulla gestione del M5S, poi vedremo che strada prendere dopo il chiarimento”.
Ma sono soprattutto i vertici a pretendere un “chiarimento” da Di Maio. “Come ha annunciato il presidente Conte, è la comunità degli iscritti del Movimento 5 Stelle che merita adesso spiegazioni. Si era concordata una strategia in cabina di regia e poi ci siamo trovati sul campo di gioco con alcuni dei nostri grandi elettori che lavoravano ad altri obiettivi non condivisi. Tra le proposte concordate c’era anche l’opzione di una donna al Quirinale di alto profilo e super partes. Nel corso delle trattative abbiamo lavorato, sempre d’accordo con i capigruppo di Camera e Senato, anche a questo traguardo storico per il Paese”, spiega all’Adnkronos il vicepresidente del Movimento, Mario Turco.
“Sapevamo -osserva Turco- che non era semplice e che avremmo dovuto superare ostacoli nelle altre forze politiche. Non sapevamo però della contrarietà di qualcuno non manifestata all’interno della cabina di regia. E’ giusto adesso render conto di quanto accaduto e aprire ad un confronto trasparente”. In serata arriva la versione di Di Maio. “Decisioni in cabina di regia? Non si è mai parlato di fare annunci roboanti su presunti accordi raggiunti con Pd e Lega, oggi smentiti anche dal segretario dem Letta. Non si provi a scaricare le responsabilità su altri. E’ chiaro che ci sono diversi aspetti che vanno chiariti”, attacca il titolare della Farnesina.
(di Antonio Atte)