“Ti ringrazio Giuseppe Conte per le belle parole che mi hai dedicato oggi sul Corriere. Sono un uomo leale come dici e come sai. Ti sono stato leale quando occorreva andare fino in fondo con la linea che il Movimento aveva scelto (fino in fondo significa fino in fondo a casa mia). E ti sono leale adesso e questo, in politica, significa dire pubblicamente quel che si pensa intimamente. Fino a che il Movimento sosterrà questo governo io starò sempre dall’altra parte della barricata”. Così su Facebook Alessandro Di Battista, in un post in cui commenta l’intervista dell’ex premier, leader in pectore del M5S, al Corriere della Sera.
Di Battista, in un lunghissimo post, torna a ricordare le sue posizioni, riserva stilettate a Matteo Salvini ma anche al Pd, spiegando il suo essere contro un'”alleanza strutturale” con i dem. Ma rimarca comunque la sua fiducia in Conte: “per confronti politici leali e franchi – scrive per te ci sarò sempre anche perché non dimentico chi e perché ti ha buttato giù ‘e ‘l modo ancor m’offende’”, rimarca l’ex M5S citando il V Canto dell’Inferno dantesco.
Di Battista motiva la sua scelta di restare “dall’altra parte della barricata” finché Draghi sarà alla guida dell’esecutivo. “Credo nella piccola e media impresa – scrive – ed il governo di oggi è a trazione Confindustria. Non ho mai sostenuto l’alleanza strutturale con il PD non per fantomatiche nostalgie salviniane (figuriamoci, Salvini, ancor di più oggi, con la richiesta di modificare la legge sui pentiti – che a mio avviso è un regalo bello e buono alla mafia – è diventato, insieme a Renzi, il mio principale avversario) ma per ragioni politiche. Proprio ieri il segretario del PD Letta, che giorni fa è salito sul palco pro-Israele insieme a Salvini e Tajani (e ahimè anche un esponente del M5S), ha dichiarato: ‘dobbiamo accogliere più migranti, serve manodopera’. Ecco io credo che questa linea, la stessa di Confindustria tra l’altro, sia inconsapevolmente razzista. L’accoglienza interessata è l’altra faccia dello sfruttamento”.
“Fino a che le parole d’ordine saranno ‘accogliamo perché abbiamo bisogno di manodopera, perché li possiamo pagare meno degli italiani, perché ci pagano le pensioni’ etc, etc non si affronteranno mai le cause strutturali che impoveriscono gli africani costringendoli alla fuga e che impediscono ai giovani italiani di costruirsi una vita dignitosa con famiglia annessa. Credo nell’ambientalismo vero e non in quello di facciata, o sporco, o di establishment. Proprio oggi Il Fatto pubblica i dati forniti dal network Green recovery tracker sugli investimenti nella transizione ecologica nei recovery europei. In Italia solo il 18% della spesa sarà veramente green. In Germania il 38%, in Francia il 23%, in Spagna il 32%. Ma come, il M5S non ha deciso di sostenere il ‘governo di tutti’ per controllare il recovery e per piazzare la transizione ecologica? Come la si piazza, con le trivelle, con gli inceneritori, con il mini-nucleare? Con il ponte sullo Stretto?”, chiede polemico Di Battista.
“Credo nella lotta alla politica professionista perché so che il “palazzo” a lungo andare modifica le priorità di chi lo frequenta. Per questo ho sempre sostenuto la regola del doppio mandato sostenuta un tempo da coloro che oggi la rinnegano”, rimarca Di Battista, toccando uno dei temi più sensibili del M5S.
“Caro Giuseppe – prosegue – credo nella piccola e media impresa privata, nella socializzazione delle imprese e nel pubblico. Non sono solo un ‘ragazzo appassionato’, sono un uomo che da tre anni studia notte e giorno politiche innovative, best practises, geopolitica. L’anno scorso proposi al Movimento il “servizio civile ambientale”. Andai a studiare la risposta di Roosevelt alla crisi del ’29 attualizzando il suo ‘Civilian Conservation Corps’ all’epoca di cambiamenti climatici che stiamo vivendo. Portai il progetto all’ex-Ministro Costa (un vero servitore dello Stato) che ne fu entusiasta. Ebbene oggi in USA tutti i principali esponenti politici democratici stanno parlando di un progetto non simile, identico! L’hanno battezzato Civilian Climate Corps, lavori green ben pagati per giovani disoccupati”.
“Repubblica (guardandosi bene, ovviamente, di scrivere che la stessa idea la presentai io 13 mesi fa) ci ha fatto un lungo pezzo. Il punto è che sostenere un’idea del genere significa fare una scelta di campo. Grandi programmi sociali o grandi opere (per me molto delle quali inutili) per uscire dalla crisi che deve ancora arrivare? Con i soldi del Ponte sullo Stretto, posto che per me non si farà mai, è possibile finanziare la creazione di una Casa Farmaceutica Pubblica. Non è un’utopia esiste altrove. Perché nel ‘mondo civile’ solo i privati possono produrre farmaci, vaccini inclusi?”.
“Agli Stati Generali del Movimento – ricorda Di Battista – insistetti sul tema del conflitto di interessi in vista del recovery. Conosco gli ‘appetiti italici’ purtroppo. Ebbene proprio ieri il Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione ha dichiarato: ‘preoccupano le scelte effettuate con l’ultimo decreto legge in tema di anticorruzione, proprio in un momento in cui massima dovrebbe essere l’attenzione verso la gestione trasparente delle risorse, anche per il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata e delle mafie’.
“Credo nella lotta alla mafia e la si fa con l’intransigenza. Sganciandosi immediatamente da chi delegittima i pentiti* (soprattutto quelli che parlano di “papello”, “trattativa Stato-mafia” e “frequentazioni” di Berlusconi”) e da un partito fondato da un amico di Cosa nostra! Perché l’etica politica, per lo meno così mi ha insegnato Gianroberto, non è barattabile. Contrasto fermamente l’austerità che, celatamente, sta tornando. Sono convinto che ti abbiano fatto fuori anche perché hai effettuato sacrosanti scostamenti di bilancio per ristorare famiglie ed imprese. Scostamenti di bilancio spariti nell’era dei migliori, come se una volta vaccinati tutti torneranno magicamente i denari nei nostri conti correnti. Ebbene l’austerità non si può contrastare andando a braccetto con i suoi alfieri. Sostengo la causa palestinese e l’autodeterminazione dei popoli. Ciò che non fa praticamente nessuno nel governo di tutti”.
“Sono un illuso sognatore? Può darsi. Lo ero anche quando, nel 2008, in piccolo bar a Torrevecchia, un quartiere di Roma, insieme ad altri compagni di viaggio sognavamo di ‘piazzare’ un consigliere comunale a Roma. Dieci anni dopo, seguendo quelle ‘utopie’ prendemmo il 33% dei voti in Parlamento. In bocca al lupo Giuseppe. Sono in partenza, come sai sono appassionato di politica estera e di movimenti sociali ed in America Latina c’è fermento. Per confronti politici leali e franchi per te ci sarò sempre anche perché non dimentico chi e perché ti ha buttato giù ‘e ‘l modo ancor m’offende’”, conclude.