(Adnkronos) – “Siamo grati al nuovo Governo per aver mantenuto elevata la soglia di attenzione sulla sanità: lo ha fatto prevedendo un incremento del Fondo sanitario nazionale per i prossimi anni, risorse ad hoc per farmaci e vaccini Covid-19 e fondi per finanziare il Piano nazionale di contrasto all’antimicrobico-resistenza. La nuova Legge di Bilancio, però, non affronta le più importanti criticità del settore farmaceutico: un settore che ha dimostrato responsabilità in tutto il periodo della pandemia” e che oggi “evidenzia due criticità” tra le quali “una nuova governance per la spesa farmaceutica”. Così Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di Msd Italia, nel suo intervento durante la quinta edizione dell’”Inventing for Life Health Summit” quest’anno dedicato al tema: “Investing for Life: la salute conta”, organizzato da Msd Italia oggi a Roma presso l’Auditorium Ara Pacis.
“”In questi anni così difficili, nei quali il lockdown è costato al Paese 13 miliardi di euro al mese di indebitamento pubblico, il settore farmaceutico – sottolinea Luppi – ha sempre dato il massimo per garantire la disponibilità dei farmaci ai cittadini, non ha mai fermato la produzione cambiando addirittura, spesso repentinamente, le linee produttive per evitare carenze di medicinali e assicurare la continuità delle cure ai pazienti”.
Con lo “stesso senso di responsabilità, il settore evidenzia oggi due priorità: una nuova governance per la spesa farmaceutica – evidenzia l’Ad di Msd Italia – oggi basata su un sistema di tetti e sul meccanismo del payback, profondamente iniquo, discriminatorio (perché applicato da anni esclusivamente ad un settore, quello farmaceutico, che rappresenta un vanto per il Sistema-Paese in termini di Ricerca & Sviluppo, occupazione qualificata anche in termini di parità di genere) e ingiustificato”. Ingiustificato, secondo Luppi, “perché il mantenimento di una governance della spesa farmaceutica pubblica attraverso un sistema di tetti e il meccanismo del payback è contrario ad una visione olistica della salute e della sanità – rimarca – che, mantenendo silos separati, non tiene conto dei vantaggi di sistema e dei risparmi che il bene farmaco è in grado di produrre”.
Negli “ultimi 4 anni, il finanziamento della spesa farmaceutica pubblica è rimasto letteralmente invariato – prosegue Luppi – anche grazie al payback pagato dalle aziende farmaceutiche (2,76 miliardi di euro nei soli anni 2019-2020) che incide per circa l’11-15% sul fatturato aziendale. La spesa farmaceutica pubblica pro-capite in Italia è inferiore alla media europea del 21%, misurata a parità di potere di acquisto e i prezzi dei farmaci in Italia sono inferiori alla media europea del 15-20%”. Da qui “la nostra richiesta responsabile è quella di rimodulare ulteriormente i tetti di spesa farmaceutica dal 2023 con un recupero graduale (in 3 anni) negli acquisti diretti dell’avanzo nella spesa convenzionata, in base alla dinamica storica e al fabbisogno e sopprimere il comma 283 della Legge di Bilancio 2022, che condiziona l’incremento delle risorse al riallineamento dei prezzi dei farmaci in base a criteri di sovrapponibilità terapeutica ed equivalenza tra farmaci diversi” conclude.