Il ‘no’ alla richiesta di illuminare con i colori arcobaleno, simbolo del movimento ‘LGBT’, l’Allianz Arena di Monaco per Germania-Ungheria ha fatto discutere. La proposta mirava a dare un segnale chiaro, dopo la legge approvata da Orban che in Ungheria vieta la “promozione” dell’omosessualità ai minori.
Il ‘no’ della Uefa non è stato politico, ci ha tenuto subito a precisarlo: “Era la richiesta di un politico, era chiaramente un segnale mirato a un atto politico di un governo di un altro Paese. Il calcio non può permettere di essere usato per scopi politici”, ha detto ieri Aleksander Ceferin, presidente dell’Uefa.
Oggi l’organizzazione ha diramato un comunicato in cui spiega i motivi del rifiuto. Non solo: per l’occasione ha cambiato il proprio logo colorandolo di arcobaleno: “La UEFA oggi è orgogliosa di indossare i colori dell’arcobaleno. L’arcobaleno è un simbolo che promuove tutto ciò in cui crediamo – una società più giusta ed egualitaria, tollerante verso tutti, indipendentemente dalla loro provenienza, credo o genere”, scrive l’Uefa.
E ancora: “Alcune persone hanno interpretato come una scelta ‘politica’ la decisione della UEFA di rifiutare la richiesta della città di Monaco di Baviera di illuminare lo stadio di Monaco con i colori dell’arcobaleno per una partita di EURO 2020. Al contrario, è stata la richiesta a essere politica poiché legata alla presenza della nazionale ungherese nello stadio per la partita di questa sera con la Germania. Per la UEFA, l’arcobaleno non è un simbolo politico, ma un segno del nostro fermo impegno per una società migliore e inclusiva”, conclude la nota.