Evitare la parola Natale, meglio utilizzare ‘festività’. Anche al nome Maria sono da preferire nomi neutrali. E all’inizio di una riunione il classico ‘signore e signori’ è da accantonare, meglio ‘cari colleghi’. Sono queste alcune delle indicazioni presenti nel dossier di 32 pagine che l’Unione Europea ha inviato ai suoi funzionari per l’utilizzo di un linguaggio più inclusivo.
Nel giro di poche ore però è scoppiata la polemica. Le linee guida sono state definite esagerate, addirittura oltraggiose. Così L’Unione Europea ha deciso di ritararle per lavorarci ancora un po’ su. Lo ha confermato la commissaria Ue all’Uguaglianza Helena Dalli: “L’iniziativa delle linee guida aveva lo scopo di illustrare la diversità della cultura europea e di mostrare la natura inclusiva della Commissione”.
Continua Dalli: “Tuttavia, la versione pubblicata delle linee guida non è funzionale a questo scopo. Non è un documento maturo e non va incontro ai nostri standard qualitativi. Quindi lo ritiro e lavoreremo ancora su questo documento”. Fonti dell’Ue hanno fatto sapere: “Non vietiamo o scoraggiamo l’uso della parola Natale, è ovvio. Celebrare il Natale e usare nomi e simboli cristiani sono parte della ricca eredità europea”.
La polemica è arrivata ovunque, anche in Vaticano. Dove, tra gli altri, il Segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, ha fatto sapere: “Chi va contro la realtà si mette in serio pericolo. Credo che sia giusta la preoccupazione di cancellare tutte le discriminazioni. È un cammino di cui abbiamo acquisito sempre più consapevolezza e che naturalmente deve tradursi anche sul terreno pratico. Però, a mio parere, questa non è certamente la strada per raggiungere questo scopo. Perché alla fine si rischia di distruggere, annientare la persona, in due direzioni principali. La prima, quella della differenziazione che caratterizza il nostro mondo, la tendenza purtroppo è quella di omologare tutto, non sapendo rispettare invece anche le giuste differenze, che naturalmente non devono diventare contrapposizione o fonte di discriminazione, ma devono integrarsi proprio per costruire una umanità piena e integrale. La seconda: la dimenticanza di ciò che è una realtà. E chi va contro la realtà si mette in serio pericolo”, conclude il cardianale.