A due anni dall’uscita di ‘Masters’, si completa ora il lavoro di restauro e rimasterizzazione dell’opera ‘Battisti come non lo hai mai ascoltato‘: il 6 settembre esce infatti ‘Masters – Vol.2” di Lucio Battisti, la seconda raccolta, targata Sony Music, contenente 48 brani estratti direttamente dai nastri analogici originali restaurati e rimasterizzati a 24bit/192KHZ, la migliore definizione attualmente possibile.
Le due versioni disponibili sono un cofanetto 4 cd con all’interno un booklet composto da 40 pagine, ed un cofanetto versione triplo LP. A rendere imperdibile il booklet, con delle foto davvero belle e rare dell’artista, le interviste ai musicisti ed ai produttori che nel corso degli anni hanno avuto modo di lavorare con lui. Parliamo ad esempio di personaggi come Renzo Arbore, Alessandro Colombini, Franza Di Cioccio, Alberto Radius, Mario Lavezzi, Phil Plamer, Mara maiochi, o Gaetano Ria.
Battisti, 25 anni fa l’ultimo disco
Esattamente 25 anni fa Lucio Battisti consegnava il suo ultimo album in studio, ‘Hegel‘, e Sony Music, nei giorni dell’anniversario della scomparsa dell’artista (avvenuta il 9 settembre 1998) pubblicherà il secondo cofanetto dedicato a quello che è stato universalmente riconosciuto, da tutti coloro che hanno condiviso un percorso musicale con lui, un musicista di genio assoluto, oltre che un inguaribile curioso ed appassionato di musica.
‘Master’, il cui primo volume è stato pubblicato due anni fa, è nato con lo spirito e la possibilità di ascoltare il più grande musicista della storia della musica italiana “come non lo hai mai ascoltato”. Il cofanetto è già disponibile in pre-order al seguente link https://smi.lnk.to/BattistiMastersVol2.
Battisti vive ancora grazie a chi canta…
Una scomparsa quella del ‘genio’ di Poggio Bustone, cresciuto ed esploso con Mogol, e poi ‘consacratosi’ con l’avvento del poeta-paroliere Pasquale Panella, che per il panorama musicale nostrano ha rappresentato una vera e propria sciagura. Formatosi all’ombra del miglior soul, e del groove della Motown (quando in Italia nemmeno si sapeva cosa fosse la ‘black-music‘), Battisti è stato un innovatore. Sperimentando di disco in disco nuove formula compositive, e soprattutto arrangiamentali, in meno di 20 ann ha letteralmente traghettato la musica leggera, accompagnandola per mano attraverso la melodia, il rock, la dance, e l’elettronica. Oggi andrebbe ricordato nelle scuole, anche se per certa discografia – sempre più televisiva e meno pentagramma – va bene così, perché oggi i successi vengono attentamente studiati a tavolino e programmati per popolarità, non certo per qualità o dote individuale dell’artista in cerca di spazio.
Oggi la musica di Lucio Battisti, quasi fosse una sorta di ‘segreto’ papiro da tramandare di padre in figlio, sopravvive soprattutto grazie alla memoria storica dei genitori, di pochi – onesti – critici musicali, e, strano a dirsi, di chi lo canta nei locali e nelle piazze. Artisti amatoriali e coverband, che con grande amore continuano a proporre questo straordinario musicista prematuramente scomparso, amplificandone la fama, e rinnovandone l’inimitabile creatività.
Così, prendendo spunto da questa interessante uscita discografica, che se non altro ‘aiuta’ a mantenere integra nel tempo la figura di Lucio Battisti, abbiamo avvicinato Roberto Pambianchi, un musicista-inteprete che da anni gira l’Italia cantando il repertorio ‘battistiano’ (stasera, tanto per rendere l’idea, suonerà alla gloriosa ‘Bussola‘), cercando di rispettarlo al massimo, evitando personalismi. Gettonato ospite televisivo anche in Rai, Roberto ci ha raccontato il suo amore per Lucio, e le sostanziali differenze tra il ‘primo Battisti’, quello con Mogol, ed il ‘secondo’, dell’era Panella…
Max