Una querelle controversa e per certi versi assurda che si protrae ormai da decenni, e che a quanto sembra si starebbe avviando verso un’esito ‘a sorpresa’. Ma andiamo per ordine.
Dicevamo un questione controversa in quanto, da un lato abbiamo i familiari di un grande artista che, con tutte le loro forze, si oppongono alla ‘pubblicazione’ online delle opere del loro congiunto. Dall’altro lato è assurda perché le opere del grande artista, in quanto espressione culturale di un Paese, rappresenta un patrimonio pubblico, e quindi fruibile a tutti.
Il grande artista è l’immenso Lucio Battisti del quale, proprio per effetto di questa diatriba, non è presente (salvo pochi secondi o attraverso delle cover) nessuna interpretazione online, e questo oltre che a privare gli italiani del piacere di ascoltarne le eterne composizioni, in qualche modo ne ostacola anche la memoria, negandolo alle future generazioni.
Ora la notizia, pubblicata dal Corriere della Sera annuncia che l’attuale liquidatore della società Edizioni Musicali Acqua Azzurra, Gaetano Presti (in virtù dei poteri conferitigli dal Tribunale di Milano, che lo obbligano al contempo anche di salvaguardare il patrimonio della società), avrebbe palesato l’intenzione ‘caricare’ online l’intero catalogo artistico di Battisti. Come spiega infatti il ‘Corsera’, Presti avrebbe anche formalmente comunicato alla Siae “l’estensione del mandato anche all’incasso dei diritti sul web”.
Ricordiamo che la società Acqua Azzurra Srl è stata fondata nel 1969, agli albori di quello che poi sarebbe stato il travolgente successo della ‘premiata coppia’ Battisti-Mogol, per gestire i diritti degli album realizzati dai due. Nello statuto si legge che le rispettive quote prevedevano il 56% a Lucio Battisti (poi ereditato dalla moglie Grazia Letizia Veronese e dal figlio Luca), il 9% a Mogol, ed il rimanente 35% alla casa discografica ‘Ricordi’, oggi divenuta ‘Universal‘.
Ovviamente con il mutare della tecnologia, e l’avvento delle piattaforme web, anche la diffusione musicale ha subito un vero e proprio stravolgimento. Così, commercialmente, tramontate le vendite dei supporti vinilici prima, e digitali dopo – per quanto ‘approssimativa’ in termini di diritti d’autore – l’unica risorsa è attualmente quella online. Ed infatti nel 2012 Mogol avviò una dura battaglia legale nei confronti degli eredi di Battisti, rei di aver impedito ‘lo sfruttamento commerciale‘ del repertorio firmato dai due. Dopo 6 anni il tribunale si è pronunciato a favore del celebre ‘paroliere’, riconoscendogli il danno subito, ed obbligando i familiari dell’artista deceduto a risarcirlo per quasi 3 milioni di euro. Tuttavia, al di là degli aspetti squisitamente economici, Mogol commentò la sua ‘vittoria’ affermando che “Si tratta di un risarcimento parziale del danno. Per me in questi anni il danno maggiore l’ha subito la cultura popolare italiana e i più penalizzati da questa storia sono i giovani”.
Da quel primo album ‘firmato in due’ sono ormai passati 50 anni. Da allora Battisti e Mogol hanno dato alle stampe ben 12 album, ciascuno dei quali in grado di raggiungere il primo posto nelle classifiche e vendere milioni di copie, oltre che ad essere tradotti in altre lingue. Si tratta come dicevamo di un patrimonio culturale di inestimabile valore che a nostro giudizio non smetterà mai di vendere. E proprio per questo, di qui a poco, è prevedibile da parte degli eredi di Battisti una feroce controffensiva legale.
Intanto, avuto sentore della notizia, le piattaforme di streaming come Apple Music, Spotify, o Deezer, si stanno sfregando le mani…
Max