“Il digiuno di questo mese è un urlo per la condanna a 13 anni di carcere a Domenico Lucano, uomo onesto, che ha fatto rinascere Riace, un paese semiabbandonato, accogliendo profughi”. Lo annuncia padre Alex Zanotelli a nome del ‘Digiuno per la giustizia’ spiegando che il prossimo sit in davanti ai Palazzi del potere a Roma sarà per protestare contro la sentenza nei confronti dell’ex sindaco di Riace e, come ogni mese, per chiedere lo stop delle politiche razziste nei confronti dei migranti .
“Ero nell’aula del tribunale di Locri quel giorno della condanna( 28 settembre) – ricorda all’Adnkronos il missionario comboniano – e ho pianto ascoltando la oscena sentenza, che di solito è riservata ad assassini, a mafiosi, a trafficanti di droga. Questo è un processo politico: Lucano è condannato perché ha creato a Riace un modello di accoglienza. Come dice l’amico, Tonino Perna, Lucano è colpevole di ‘reato di umanità‘”.
Padre Zanotelli spiega che il 6 ottobre, insieme al ‘Digiuno per la giustizia- sara’ dalle 16 in piazza Montecitorio, davanti al Parlamento italiano, “per il Digiuno di Giustizia in solidarietà con i migranti, anche in nome di quanti digiuneranno nelle case o nei monasteri. Non possiamo mai dimenticare che il digiuno che Dio gradisce è quello di “sciogliere le catene inique e di introdurre in casa i senza tetto”, come afferma il profeta Isaia. Il nostro digiuno è una protesta contro le politiche razziste, della Ue e dell’Italia che’ esternalizzano le frontiere’ per non accogliere i profughi che bussano alla nostra porta. E’ quanto toccherà in sorte anche al mezzo milione di profughi afgani in fuga dal governo dei Talebani”.
“L’Europa, infatti, cerca di convincere il Pakistan e l’Iran ad accoglierli, dietro lauto compenso, come abbiamo fatto con la Turchia. I politici europei esigono che i diritti umani vengano rispettati in Afghanistan, ma sono i primi a negarli quando gli afgani bussano alla nostra porta. Questa è un’Europa sempre più allineata alla dottrina razzista di Salvini, Meloni, Orban. Ma anche l’Italia, si troverà molti afgani arrivare a Trieste sulla ‘rotta balcanica’ o sulla ‘rotta salentina’. A Trieste, in barba a tutte le leggi internazionali, la polizia italiana respinge i profughi in arrivo e li consegna alla polizia slovena, questa alla slovacca e quest’ultima alla Bosnia , nel campo di concentramento di Lipa. Questa – osserva padre Zanotelli- sarà la sorte degli afgani che arriveranno a Trieste. Il nostro digiuno è un atto di protesta contro tutto questo, ma è anche una denuncia del trattamento riservato alle navi salva-vite delle ONG. Troviamo incredibile che le misure anti-Covid diminuiscano sempre più, tranne che per le navi delle ONG, costrette a fare quarantene più lunghe. Non solo le navi salva-vite sono costrette ad aspettare un settimana per far sbarcare i migranti salvati in mare”.
Il missionario comboniano ricorda che “non solo la Ue continua a tener lontani i rifugiati, ma sta intensificando i rimpatri di chi è senza permesso di soggiorno. L’Italia in sei mesi ha speso in quest’ anno 52.000 euro nel noleggio di nove aerei per deportare un numero imprecisato di cittadini egiziani, impiegando per l’operazione fra i 650 e mille agenti di polizia”.