Ancora una volta la Lazio si fa ambasciatrice di messaggi positivi nel mondo dello sport. La società biancoceleste è da sempre vicina a temi come l’inclusione, e lo dimostra una volta in più in occasione della presentazione dell’evento “Un calcio all’esclusione”, promossa dalla Diocesi di Roma per favorire l’inclusione dei Rom e delle persone più fragili.
A presentare l’iniziativa, in una conferenza nella sala stampa del Vaticano, a rappresentare la Lazio c’erano Ciro Immobile e Claudio Lotito. Il presidente biancoceleste ha raccontato i motivi che hanno spinto la Lazio ad aderire all’iniziativa: “Lo sport privilegia il merito, la sana competizione, la capacità di raggiungere determinati obiettivi. Bisogna armonizzare le individualità e far in modo che lavorino all’unisono, come un’orchestra”.
“Siamo entusiasti che la Lazio sia portavoce di un linguaggio dello sport, quello universale – ha continuato il presidente. – Lo realizzeremo a Formello, la nostra casa. Viviamo in una società di chiusure, di pregiudizi, che devono essere sostituiti da dialogo e dall’integrazione. Il calcio deve portare all’attenzione dell’opinione pubblica temi che troppo spesso sono dimenticati. Ci sono bambini fortunati e meno fortunati, a cui viene tolto il sogno di esprimere il proprio volere, le proprie aspirazioni, solo perché appartengo a un’etnia, ad esempio quella Rom, che viene diffamata. Vogliamo che tutti abbiano stessa dignità, opportunità e stessa possibilità di dimostrare tutto il proprio valore. Con questa partita, vogliamo dare a tutti l’opportunità di diventare campioni”.
In chiusura Lotito ha ribadito: “Penso di aver intrapreso la strada giusta dal momento in cui sono diventato presidente. Con orgoglio rivendico un processo di cambiamento da questi atteggiamenti che non hanno nulla a che vedere con i valori dello sport e quelli della dignità umana. Per testimoniare questo totale allontanamento da qualsiasi iniziativa volta a discriminare, abbiamo inserito all’interno del nostro organigramma il Presidente della fondazione Shoah. Siamo dalla parte dei valori, non da quella di chi usa il calcio per fini strumentali che nulla hanno a che vedere con il rispetto dello sport”.