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L’orribile tragedia della bimba dimenticata dal padre all’interno dell’auto: l’uomo è stato indagato. Il commento della psichiatra rispetto ad un fenomeno non nuovo

Una tragedia immane, orribile, che purtroppo non è la prima volta che accade e che, sebbene con orrore, siamo consci del fatto che possa tornare a ripetersi.

Il papà era convinto di aver lasciato l’amata figlioletta all’asilo nido

E’ accaduto che – stavolta a Roma – nei giorni scorsi, mercoledì 7 per l’esattezza, un papà, convinto di aver lasciato la propria bambina di 14 mesi al nido, soltanto dopo 7 ore ha realizzato di averla lasciata in auto, dove nel frattempo è stata trovata senza vita. L’uomo, un onesto e serio carabiniere, come la legge prevede in questi casi, è stato indagato per abbandono di minore.

Figli ‘dimenticati’ nell’auto, un fenomeno molto più esteso di quanto si pensi

Come dicevamo, si tratta di una tragedia non nuova, che per ragioni o motivi a tutti noi sconosciuti, riescono ad ingannare la nostra stessa mente, fino a farci temporaneamente dimenticare la presenza di un figlio.

Dunque le domande che davanti a simili tragedie troviamo a porci sono essenzialmente due, ma complicatissime:  perché può succedere, e come la coppia può riprendersi? Senza poi contare anche le conseguenze di un’indagine.

Domande alle quali, grazie al lavoro del suo ufficio stampa, ha provato a dare una risposta Giovanna Crespi, Segretario della Società Italiana di Psichiatria Forense

 

Intanto è corretto usare l’espressione ‘il padre ha dimenticato la figlia chiusa nell’auto’? Da alcuni studiosi abbiamo sentito pronunciare termini come ‘amnesia dissociativa’ e, addirittura in lingua anglofona, l’espressione ‘Forgetten Baby Syndome’. Può spiegarci di cosa si tratta?

“Questo tragico incidente – risponde la Crespi non è propriamente classificabile né come Forgotten Baby Syndrome né come amnesia dissociativa. La Forgotten Baby Syndrome si riferisce a un episodio specifico in cui un genitore, per brevi periodi di tempo, dimentica la presenza del bambino in un veicolo. È spesso associata a fattori come distrazione, routine interrotte o sovraccarico di stress e responsabilità. Tuttavia, la Forgotten Baby Syndrome non implica un disturbo di memoria generale o persistente, ma si riferisce a un singolo evento specifico di dimenticanza. D’altra parte, l’amnesia dissociativa è un disturbo di memoria più ampio e persistente, spesso associato a traumi o eventi stressanti significativi nella vita di una persona. Comprende la perdita di memoria di parti o periodi di tempo specifici della propria vita o di eventi traumatici”.

Nello specifico, spiega ancora l’esperta, “L’amnesia dissociativa coinvolge solitamente una perdita di memoria più ampia e duratura rispetto a un singolo evento di dimenticanza. Nel caso del padre che dimentica la figlia in auto e questa muore, si tratta di un tragico incidente in cui è avvenuto un lapsus di memoria specifico. Non è un caso di amnesia dissociativa poiché non coinvolge una perdita di memoria più ampia e persistente né è necessariamente associato a un trauma specifico. È importante sottolineare che ogni situazione è unica e richiede una valutazione accurata da parte di professionisti qualificati per determinare le cause e le implicazioni specifiche nel contesto del caso individuale”.

Altro tema sopra indicato è, rispetto ad eventi così traumatizzanti e luttuosi, in che modo una coppia può riuscire a sopravvivere? E, se vi sono, quali sono le strategie da adottare?


“Non è possibile tracciare ora un percorso che può andar bene a tutte le coppie – spiega ancora la Crespi – La guarigione da una perdita così devastante richiede tempo e pazienza e non esiste un processo di guarigione prestabilito o un termine finale per il lutto. Ognuno affronta il dolore e il lutto in modo diverso. Mi auguro che vengano seguiti fin da subito da professionisti qualificati specializzati in lutto e trauma. Un terapeuta può aiutare la coppia a lavorare attraverso il dolore, la colpa e il senso di perdita che accompagnano un evento del genere. Potranno fornire un ambiente sicuro per esplorare le emozioni e offrire strumenti e strategie di coping specifiche per il lutto. Partecipare a gruppi di sostegno per genitori che hanno subito esperienze simili, inoltre, può essere prezioso. Questi gruppi offrono un ambiente in cui le persone possono condividere le loro esperienze, ricevere sostegno reciproco e imparare da altre persone che stanno attraversando un percorso simile di dolore e guarigione. In un momento così difficile, può essere facile perdersi nella propria tristezza e distanziarsi l’uno dall’altro. È importante fare uno sforzo consapevole per preservare la connessione e l’intimità nella coppia. È fondamentale che entrambi i partner si prendano cura di sé stessi durante questo periodo di lutto e guarigione perché può contribuire a mantenere la forza e la resilienza necessarie per affrontare la situazione”.

Impegnato in un mestiere (come quello del carabiniere) che, paradossalmente, fa della sicurezza altrui la sua ragion d’essere, ora questo povero padre è anche indagato per abbandono di minore. Secondo lei cosa può accadere?

Intanto, replica ‘tecnicamente’, il Segretario della Società Italiana di Psichiatria Forense*, “Dovrà essere accertata la responsabilità del padre in rapporto alle sue condizioni psichiche. Generalmente i reati intra-familiari sono più facilmente legati alla presenza di un disturbo psichico. Saranno gli esperti a valutare se e come il disturbo mentale possa avere influito sull’ evento che  verosimilmente si può escludere il dolo. E’ una tragedia terribile sia per il piccolo che per entrambi i genitori che difficilmente riusciranno a superare il trauma In questo casi la condanna per il padre è l evento stesso che condizionerà il resto della sua vita indipendentemente dalla valutazione giuridica”.

* La Società Italiana di Psichiatria Forense rappresenta la categoria che studia i risvolti medico-legali e le problematiche forensi che si affrontano in ambito penale e civile con soggetti affetti da patologie psichiche. Queste valutazioni servono a stabilire le condizioni mentali di un soggetto in riferimento a un particolare reato e a un preciso momento del corso giudiziario.

Max