Immaginare nuove forme di lavoro, di organizzazione e di equilibri, per migliorare il benessere. Perché, con le trasformazioni innescate dal Covid-19, i vecchi modelli hanno smesso di funzionare. E la maggior parte delle imprese ha già dichiarato di non voler tornare al passato. Il modello ibrido – che mixa presenza e remoto, fisico e digitale – diventerà presto prevalente. Ma non ha ancora preso forma. In una situazione di indefinitezza, convivono possibilità ed elementi di rischio. Con questa consapevolezza parte l’esplorazione di UFO, il quindicesimo numero di Weconomy. Acronimo che, nell’interpretazione del libro, significa Unidentified Future Organizations.
Se sta cambiando il design del mondo del lavoro, deve cambiare il design delle organizzazioni. E UFO è anche un invito a manager, studiosi e designer a re-immaginare i problemi e le sfide da affrontare: nella collaborazione, nell’apprendimento, nella gestione del cambiamento, nella creatività e nel ridefinire cosa significa essere produttivi oggi. Di certo non equivale a fissare più meeting, inviare più mail o salvare più documenti sul cloud. Crediamo invece che queste metriche siano fallaci, perché conducono ai sempre più frequenti fenomeni di burnout e isolamento. Temi che non possiamo più nascondere.
Forum Risorse umane 2021, Favini: “Le nuove frontiere del lavoro viste con gli occhi di Logotel: ecco UFO”
“Con UFO, ci siamo dati un obiettivo ambizioso: mettere da parte qualunque ricetta tecnologica sullo smart working, per sistematizzare il nuovo ecosistema di relazioni che stiamo vedendo nascere negli ambienti ibridi. E indagare così l’emergere di nuove forme di legami tra persone, team di lavoro e comunità”, racconta Vincenzo Scagliarini, responsabile editoriale del progetto.
Nel libro sono raccolti insight dai settori di business nei quali stanno avvenendo le trasformazioni più rilevanti, raccogliendo oltre 30 testimonianze e costruendo un dialogo continuo con il mondo della ricerca, entrando in contatto con autori come Vanni Codeluppi (sociologo dei consumi, Università Cattolica), Thomas Hylland Eriksen (antropologo sociale, Università di Oslo) e Luciano Floridi (professore in filosofia ed etica dell’informazione, Università di Oxford). Per poi stimolare il dibattito con le imprese, approfondendo le affinità e le differenze negli approcci delle organizzazioni tradizionali (come Enel e Intesa Sanpaolo), delle realtà con una lunga storia di innovazione (tra cui l’European Space Agency e Cisco) e delle imprese remote-first (come GitLab e Xero).
Il lavoro di ricerca di UFO è stato possibile anche grazie a due anni di esperienze e sperimentazioni nate in Logotel – independent design company, da 12 anni alimenta Weconomy – che ha nutrito la prospettiva multidisciplinare e del libro, declinata attraverso i contributi di Gianluca Alderuccio (Creative & Brand Director), Jessica Aroni (Partner e Learning Coordinator), Daniele Cerra (Partner e Digital Innovation Officer), Nicola Favini (General Manager) e Alice Manzoni (Senior Manager Design).
“Dal primo lockdown, infatti, abbiamo iniziato a immaginare nuovi mo(n)di per rispondere alle esigenze dei nostri clienti, di comunità, di organizzazioni e istituzioni. Abbiamo subito capito che, di fronte alle urgenze di mercati bloccati e a una collaborazione da riattivare tra collaboratori lontani – fisicamente e mentalmente – non potevamo lanciarci nella progettazione di futuro ideale e distante. Dovevamo acquisire una visione multi-focale: per rispondere alle esigenze dell’oggi e porre le basi per affrontare le prossime grandi trasformazioni, impegnandoci nel fornire prospettive migliorative”, spiega Cristina Favini, Chief Design Officer di Logotel e fondatrice di Weconomy.
Per aiutare i lettori a navigare e interpretare i cambiamenti, in UFO ci siamo impegnati in un lavoro di sistematizzazione che analizza tre dimensioni: quella dei ME (le nuove necessità delle persone); dei WE (la prospettiva dei team di lavoro, punto focale della collaborazione); e dei Super-WE (l’ecosistema distribuito che coinvolge le organizzazioni, le comunità e i territori).
Queste tre dimensioni hanno dato forma all’approccio relazionale di UFO, pensato per far prosperare le organizzazioni ibride e distribuite. Ed è basato su:
-L’espansione delle reti di influenza, per generare nuove forme di vicinanza e di presenza
-Il consolidamento di legami di interdipendenza, per rileggere le gerarchie e le necessità di coordinamento
-La progettazione di rituali che – a partire da nuovi ritmi di collaborazione tra persone e team – permettano gli scambi, la condivisione, e il benessere in un ecosistema che è sempre meno dipendente dagli spazi e dai tempi di lavoro.
Weconomy è tra i più longevi progetti Logotel dedicati ad alimentare il dibattito sulle prospettive di un’economia collaborativa, inclusiva e sostenibile. Attivo da 12 anni, è da sempre gratuito e coperto da licenza creative commons. Tutti i 15 numeri del progetto sono disponibili online su weconomy.it, in formato cartaceo, sull’app Android e iOS e presto in versione podcast.