(Adnkronos) – “Ho accettato di candidarmi con Italexit perché tra tutti i partiti che mi hanno proposto una candidatura, loro sono stati gli unici ad accettare di appoggiare la mia battaglia per i diritti delle vittime della malagestione dell’emergenza Covid”. Lo ha detto all’Adnkronos Consuelo Locati, legale delle circa 500 famiglie di vittime del Covid-19 che hanno intentato una causa civile contro governo, ministero della Salute e Regione Lombardia, spiegando le ragioni della sua candidatura nelle liste di Italexit alle prossime elezioni politiche del 25 settembre.
“Il mio obiettivo -spiega l’avvocata- è quello di riportare l’attenzione su tutto ciò che è successo nel 2020 e sulla battaglia che ho intrapreso due anni e mezzo fa sulle responsabilità istituzionali, sulla malagestione della pandemia, soprattutto nella zona bergamasca e lombarda, a partire dalla mancata tempestiva istituzione della zona rossa neri comuni di Alzano Lombardo e Nembro, i cui nomi l’ex premier Conte aveva persino dimenticato la notte in cui venne a Bergamo a fine aprile 2020, alla mancata corretta informazione ai cittadini, fino ai mancati interventi per il tracciamento e l’isolamento”. Insomma “tutto quello che sto portando alla luce con la mia battaglia e che le istituzioni hanno bellamente deciso di ignorare perché sono una voce fuori dal coro”.
Non appena le liste saranno presentate, assicura Locati, “se riuscirò a bypassare lo scoglio delle 750 firme, porterò nelle piazze il senso del mio intervento e della mia candidatura perché tutti devono sapere di chi è la responsabilità della strage che abbiamo subìto”. Perché “gli stessi rappresentanti istituzionali che erano al governo nel 2020, tra questi l’ex assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera e il ministro della Salute Roberto Speranza, oltre al governatore Fontana che è in corsa per le prossime regionali, sono nuovamente candidati alle elezioni e magari presto saranno al riparo alla guida di un ministero”. Questo, per l’avvocata, non dovrebbe poter accadere visto che “dal 5 gennaio 2020 l’Oms aveva inviato indicazioni ai ministri di ogni Paese che il virus stava arrivando e avrebbe dovuto essere applicato un protocollo di intervento che risaliva addirittura al 2014”. Cioè “le istituzioni sapevano che il rischio c’era, ma non hanno fatto nulla”. Da parte loro “c’è stata incompetenza, oltre a lassismo e sciatteria”. Che non significa che qualcuno lo abbia fatto di proposito: “Sono certa che nessuno abbia agito con dolo, ma la colpa c’è stata e chi sbaglia deve rispondere ai cittadini. E -conclude- è quello che io voglio ottenere”.